La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Società » L'appuntamento con Frei Betto »

Le donne hanno un’anima?

07-07-2009

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Al festival di Cannes è stato presentato fuori concorso un film del quale si parla con ammirazione: “Agora”, regista spagnolo Alejandro Amenàbar, protagonista Rachel Wetz, premio oscar per il film “Il giardiniere fedele”.
In “Agora” interpreta Hipacia, la sola donna dell’antichità diventata famosa per gli studi scientifici: astronomia, fisica, matematica e filosofia. Nel 370 Hipacia è l’ultimo scienziato di fama a lavorare nella leggendaria biblioteca di Alessandria d’ Egitto, poi distrutta. Ha 30 anni quando viene accolta all’Accademia di Atene. Scrive saggi su Euclide e disegna una mappa dei corpi celesti sostenendo che l’universo è regolato da leggi matematiche. Neoplatonica, difende la libertà di religione e di pensiero, idee che suscitano l’ira dei fondamentalisti cristiani, i quali, mentre l’Impero romano decadeva, lottavano per conquistare l’egemonia culturale. E nel 415, istigato da Cirillo, vescovo di Alessandria, un gruppo di fanatici aggredisce Hipacia mentre prega in una chiesa. La uccidono e ne bruciano il corpo. La sua scomparsa paralizza per mille anni la ricerca matematica nell’Occidente. Roma l’ha canonizzata.
Il film di Amenàbar appare quando il fanatismo religioso sta sconvolgendo il mondo, oppressione che si manifesta in modo sofisticato e ambiguo, ma chi la soffre non si rassegna tanto da convincere le donne della necessità di pretendere una vera liberazione femminile.
Nella società capitalista dove il valore del lusso domina ogni altro valore, gli strateghi maschilisti della cultura corrente associano erotismo e mercato. Alla donna si assegna un’immagine stereotipata. Può diventare competitiva, e magari farcela, solo se desiderata. Il suo corpo viene violentemente modellato dai teorici di una bellezza da consumo. Attribuiti fisici ossessivamente determinanti nell’impostare la vita. I produttori di Tv, cinema, settimanali patinati, giornali, immagini pubblicitarie – per non parlare degli sdolcinamenti delle telenovelas – fanno esplodere seni, glutei, labbra gonfiate, una specie di macelleria del desiderio virtuale. Hipacia è stata castrata per la colpa di essere intelligente e colta talenti considerati impropri in una donna. Non succedeva solo mille e 500 anni fa. Ogni corpo di donna deve essere perfetto, senza segni dell’acne, cicatrici dell’antivaiolo, tagli di appendiciti. Corpi armoniosi da desiderare senza pensare ad altro. Quando le donne parlano, possono parlare solo di sentimenti, emozioni, malinconie d’amore, gelosie ma se non vogliono diventare vecchie noiose nella considerazione delle mode correnti meglio non andare oltre al profilo che gli uomini decidono per loro. Pericoloso discutere di problemi sociali; mai affrontare cose pubbliche come la politica. Le ragazze possono farlo se ripetono come robot obbedienti le parole dei maschi che hanno scelto le loro belle facce. Devono rassegnarsi ad accettare di essere ridotte all’irrazionalità analogica: gatte, vacche, cavalle di razza. Per evitare il ripudio o la stanchezza precoce dei maschi, ogni giornale o messaggio Tv consiglia alle Hipacia di oggi di rifiutare l’abbondanza di quel cibo che fa sospirare un milione di affamati. Devono ravvivare il desiderio dei compagni attorno cambiando continuamente vestiti e acconciature, affidando alla chirurgia plastica la vanità di una bellezza artificiale e stereotipata: tutte uguali. Pensare che la chirurgia plastica è stata creata per correggere anomalie fisiche non psicologiche. Ma ogni donna sa che è più importante essere attraente che essere amata. Anche perché l’amore è un valore non quotato in Borsa, quindi anticapitalista con decadenti abbandoni alla solidarietà. La vocazione consumista del maschilista-padrone teme l’alternatività di un mondo femminile che fa gli stessi discorsi e si propone gli stessi obiettivi. Preferisce la tranquillità nella gestione della donna oggetto (da consumare). Storicamente continua ad essere l’uomo a indicare quale spazio deve occupare la donna. Spazio familiare riservato alla donna considerata un bene familiare alla quale il matrimonio impone il nome del marito. Nel Brasile coloniale si diceva che la moglie del padrone aveva il permesso di uscire di casa tre volte nella vita: il giorno del battesimo, il giorno delle nozze, il giorno del funerale. Le Hipacia oggi che vogliono fare i medici, gli ingegneri, viaggiare, lavorare e studiare, minacciano gli uomini i quali si difendono imponendo veli o immagini oggetto. Donne da guardare e impugnare: parlare non importa. Non importa se la cultura dei maschi moderni è buona; la loro intelligenza va in crisi appena l’altra metà del mondo prova a pretendere stessi diritti, curiosità e poteri. Ecco che l’apparenza torna ad essere violentemente più importante dell’essere. Le donne senza attributi clamorosi diventano invisibili nelle nostre società. Ombre, non persone. In Brasile il matrimonio dura in media sette anni. Peccato non aver inventato il botox dell’anima e la chirurgia plastica per la soggettività.

Frei BettoÈ una delle voci libere della Teologia della Liberazione. Frate domenicano, giovanissimo, è stato imprigionato e torturato dalla dittatura militare brasiliana. L'impegno umano, inevitabilmente politico, verso i milioni di diseredati che circondano le città e vivono nelle campagne del suo paese, lo ha reso pericoloso agli occhi dei generali che governavano il Brasile. Ha scritto 53 libri. La sua prosa diretta e affascinante analizza l'economia e la politica, la vita della gente con una razionalità considerata " sovversiva " dai governi forti dell'America Latina, e non solo. Non se ne preoccupa. L'ammirazione dei giovani di ogni continente lo compensa dalla diffidenza dei potenti. Venticinque anni fa ha incontrato e intervistato Fidel Castro, libro che ha fatto il giro del mondo. Lula, presidente del Brasile, lo ha voluto consigliere del programma Fame Zero. Frei Betto è oggi consigliere di varie comunità ecclesiastiche di base e del movimento Sem Terra. Ha vinto vari premi. L'Unione degli Scrittori Brasiliani lo ha nominato Intellettuale dell'anno. Il suo libro " Battesimo di Sangue ", tradotto in Italia, è diventato un film.

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