Basta col linguaggio di caserma di chi dovrebbe educare con l'esempio i ragazzi italiani. Le figlie cosa penseranno? Basta col suo partito dove le donne in politica valgono solo per il numero di reggiseno. Basta con le barzellette oscene che obbligano alla risata cortigiani senza dignità. Basta, mandiamolo via
Lettera da Mosca. Che vergogna ascoltare Berlusconi quando insulta le donne: tante scuse, signora Merkel
15-09-2011
di
Daniela Miotto
Mosca – Basta, basta e basta. Sono stufa di vedere donne insultate per il loro aspetto fisico. “Culona inchiavabile” sembra sia l’ultimo insulto che il Cavaliere (stride il significato dell’onoreficenza con chi la porta) alla cancelliera Angela Merkel, donna che guida la nazione traino d’Europa, leader politico a cui, cappello in mano, andiamo a chiedere scusa per il debito che si è moltiplicato da quando il nostro governo è nelle mani di irresponsabili cialtroni. Berlusconi non è nuovo al linguaggio da caserma. Ricordate lo lo sfottò a Rosy Bindi, “lei è più bella che intelligente”?
Basta col considerare le donne per aspetto fisico e avvenenza e non per ciò che pensano e sanno fare, elenco lungo un chilometro di nomi, incarichi e capacità, ma poi un La Russa qualsiasi potrebbe ripetere: “Come sono brutte le donne di sinistra”. Se poi donne di valore, non importa, la qualità che conta per chi è cresciuto nella virilità fascista è solo l’aspetto fisico. Basta col silenzio delle donne di destra. Carfagna, Meloni, Prestigiacomo, andiamo reagite, non potete assecondare un partito di uomini che disprezzano le vostre idee e vi apprezzano solo per la misura reggiseno. Riuscite a non subire passivamente l’ insulto che i vostri compagni di partito rivolgono a tutte le donne ? Insomma, reagite, urlate, fate qualcosa.
Basta con la sfilata di ragazze che per cinque minuti di notorietà diventano “merce scambiabile” tra Tarantini-Mora-Fede da una parte e il primo ministro italiano dall’altra. Il nostro è un paese con dignità e valori e non solo il mercato dove scambiare ragazze per rallegrare il potente. Basta col capo del governo che racconta barzellette indecenti, non importa l’occasione non importa l’autorità costretta al sorriso ascoltando le storielle che fioriscono sulle labbra del leader maximo, donne sempre orizzontali, sempre compiacenti. Chissà cosa le figlie pensano del padre quando ascoltano o sfogliano le cronache che ne riportano le indecenti sciocchezze? La moglie il giudizio lapidario l’ha già dato.
L’elenco dei basta potrebbe continuare, ma sono talmente arrabbiata e umiliata dai sorrisi di compassione del paese dove provvisoriamente vivo, sorrisi e compassione degli stranieri che lavorano a Mosca da essere tentata di offendere quest’uomo usando metodo e ironia greve con le quali ricopre chi non lo segue nella volgarità. Ma è come sparare sulla Croce Rossa, bersagli facili aspetto fisico e capacità politiche. Non lo faccio per non immiserire al suo livello. Dico solo un’ultimo basta: di Berlusconi non ne possiamo più.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare