Sul sito “Transparency international” la Russia è bordò e l’Italia è dipinta di un rosso molto acceso. Bei colori? Forse per la collezione primavera-estate ma, per lo stato della corruzione in questi paesi, bei colori no! La cartina del mondo di questa organizzazione è colorata dal giallo tenue al rosso scuro e per i paesi “rossi” è proprio una vera vergogna!
L’Ikea ha deciso di non aprire più filiali nella periferia di Mosca fin quando non verranno sbloccati i permessi di aperture in altre due province russe. Per sbloccarli basterebbe pagare una mazzetta agli ispettori della sicurezza. Il responsabile Ikea per la Russia dice che l’azienda ha tolleranza ZERO per la corruzione. Molte compagnie straniere hanno incontrato enormi difficoltà nell’insediarsi da queste parti. Shell, Nestlè, Wal-Mart Stores e Carrefour hanno dovuto passare la mano…. e parliamo di multinazionali che non vanno tanto per il sottile! La corruzione è la quotidianità, la verità è che chi intasca soldi deruba chi è costretto a pagare e l’intera comunità. Il più delle volte questa prassi non genera stupore ed indignazione, si usano eufemismi tipo ungere gli ingranaggi, dare una bustarella ma parliamoci chiaro chi intasca soldi in questo modo è un ladro. Questa situazione mi ricorda molto casa nostra . Ci sono dei punti di contatto purtroppo enormi. Possibile che non si riesca ad imitare gli standard dei paesi civili? In questo modo perdiamo opportunità, occasioni di crescita e sviluppo.
La mazzetta: è una follia delegare a questa insana abitudine l’espansione economica di una nazione. Il mercato russo è un mercato attraente, c’è voglia di comperare, c’è denaro che gira ma le aziende non-energetiche faticano ad integrarsi, trovano il solito muro: la mazzetta. Medvedev continua a proclamare la sua lotta contro la corruzione di Stato e si dichiara deciso a vincere. Nel frattempo un avvocato russo Alexey Navalny sta conducendo una personale battaglia attraverso il suo blog contro la corruzione pubblica.
Il suo metodo è perfettamente legale ma abbastanza pericoloso, vista la fine di molti giornalisti qui in Russia. Navalny acquista alcune azioni di società controllate dallo stato e poi in qualità di piccolo azionista esercita il diritto di chiedere informazioni sulla gestione, le aziende però naturalmente raccontano la “loro” verità e lui fa un resoconto particolareggiato di tutte le risposte ottenute sul suo blog. La sua ultima battaglia è attraverso Rospil un sito web attraverso cui chiunque può segnalare episodi di corruzione nelle gare di appalto pubbliche. Ora, naturalmente, questo coraggioso blogger è pesantemente minacciato e molti temono per la sua vita.
In Italia la “gang” dei mazzettari e dei facilitatori è ben rappresentata . Per fare qualche nome in ordine sparso: Verdini, il banchiere della “cricca”, capogruppo del partito di maggioranza, Balducci, con il suo incarico ai grandi eventi e con la sua lista di nomi eccellenti, e poi Bertolasio il salvatore dell’umanità con i suoi strani appartamenti e appuntamenti e ora Pronzato con i suoi voli all’isola d’Elba e poi ancora, ancora ed ancora!
Ma che vergogna!
Gli investimenti esteri non arriveranno mai in paesi così profondamente corrotti ed abituati a fare affari , non per merito o sacrosanto lavoro, ma perché si conosce qualcuno. Bisogna essere ben introdotti nei salotti che contano, non è più un valore farcela con le proprie forze e capacità, l’intelligenza è penalizzata a favore di pratiche mafioseggianti. Ma così perdiamo opportunità e posti di lavoro, nessuno si fida ne’ degli italiani ne’ dei russi. Siamo due paesi così lontani ma anche così vicini nel malcostume.
Ingvar Kamprad il miliardario fondatore dell’Ikea lo scorso anno ha licenziato due alti dirigenti del mercato russo che si erano adeguati alla situazione e avevano acconsentito al sistema “bustarelle”. Dall’alto dei suoi 84 anni ha dichiarato di essere stato “over-optimistic” (sovra-ottimistico) sulla capacità della sua azienda di navigare nel mercato russo. Per ora Kamprad e la sua Ikea in Italia ci sono ancora….. anche se qualche problema in Sicilia c’è già stato. Il governatore della regione Raffaele Lombardo ha dichiarato che il gruppo Ikea manifesta l’atteggiamento tipico delle aziende straniere di fare quello che vogliono. Tra le righe rimprovera le troppe libertà prese dal gruppo nel decidere, in maniera indipendente, chi assumere senza ascoltare i “buoni consigli “ della politica locale. E per crocifiggere ulteriormente l’azienda svedese ci si è messo anche il nostro caro Giovanardi, paladino della famiglia, con il suo atteggiamento omofobico, ma questa è un’altra storia. Un’altra brutta storia.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare