La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Mastelloni: quando il magistrato dei misteri (risolti e non risolti) scrive un giallo

26-04-2010

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E noi che ci aspettavamo che finalmente ci avrebbe raccontato, nero su bianco, i misteri di Hyperion e la ancora più misteriosa morte dell’intellettuale Cesare Mondini. Oppure su come mai gli impiegati del Comune di Venezia si siano trovati a lavorare gomito a gomito, scrivania contro scrivania, con il brigatista rosso Antonio Savasta (dice nulla Dozier? Ufficiale americano rapito dalle Br che – per fortuna – fu poi rilasciato); e che fine abbia mai fatto Savasta. O che ci raccontasse di Sandro D’Alessandro ex-Feltrinelli, fondatore poi della casa editrice Anabasi. O l’enigma dell’Abbé Pierre (al secolo Henri Antoine Groues. Tutti coloro che si sono occupati delle brigate rosse sanno bene di che cosa parlo).

Invece Carlo Mastelloni, magistrato di famiglia altoborghese napoletana, ma veneziano di adozione, ha seguito il filone modaiolo, passato quello dei medici-scrittori, del magistrato-scrittore. E il magistrato sotto il cui sguardo non vorremmo mai finire tanto ci fa soggezione, ha pensato di distrarsi dal suo lavoro scrivendo a quattro mani con il francesista Francesco Fiorentino, anche lui napoletano e docente all’Univeristà di Bari, un libro dalla trama fortemente ansiogena: “Il Filo del male” edito dalla veneziana Marsilio e ambientato nella città metafisica per eccellenza:
Trieste.
Già non ci è mai stato chiaro come si possa scrivere a quattro mani un libro, ma nemmeno un articolo come fa quasi sempre la ditta Stella-Rizzo e non lo possiamo più chiedere al prolifico ex duo Fruttero-Lucentini ma solo a uno dei due (allampanato Fruttero, sopravvissuto al compagno di scrittura con la non curanza di fumare perfino nella Tv di Fazio) , ma che si possa scrivere un giallo da Bari a Venezia e viceversa deve essere complicatissimo: chi dei due decide le virgole? La trama si fa presto, ma le parentesi? Ah saperlo. Perché il magistrato Mastelloni, servitore dello Stato che mai troverete nei salotti di qualche damazza veneziana e la cui vita privata è avvolta nel mistero, si schermisce davanti alla nostra richiesta di un’intervista: “sono sommerso di lavoro”…
In effetti la sua scrivania è una pila immensa di carte in cui spicca la sua scrittura piena di annotazioni e numeri telefonici, frecce e freccette. Da qualche anno ha smesso di occuparsi di trame eversive, o così ci fa credere, e la sua attenzione si è concentrata su Venezia. Quindi via al sequestro del palazzo Ducale con conseguente danno economico alla città e via al setaccio delle irregolarità degli alberghi veneziani. Torniamo ai due autori: il primo l’ha scritto da magistrato e il secondo da
letterato: in Mastelloni ci ho ritrovato il lato dolente e l’occhio pietoso di Domenico Rea, nel secondo uno spleen malinconico e molto Kubrick. Entrambi hanno visto molti film polizieschi americani: “Tese la canna della pistola verso il volto di Pirro e sparò, la pistola aveva il silenziatore, pezzi di cervello pelle ossa schizzarono dappertutto”.
Il protagonista del giallo è Augusto Trani, servizi segreti, che si trova davanti all’omicidio di una bimba, figlia del sindaco di Trieste. Un caso politico? Siamo alla fine degli anni ’60: i servizi sono già deviati? Ci pare di sì, se fino all’ultima pagina rimarremo con il fiato sospeso a capire chi tradisce chi. Certo è che il nostro eroe si caccerà dentro un intrigo che lo porterà quasi alla morte. Vedremo in futuro se i nostri autori vorranno farlo morire e continuare a cercare il filo del male.

Margherita Smeraldi, veneziana, famiglia sefardita originaria di Salonicco, il nonno è stato il più importante presidente dei cantieri di Trieste e Monfalcone e il bisnonno materno il fondatore e proprietario de "Il Gazzettino". Ha lavorato per molti anni in un'agenzia giornalistica romana per approdare, felice, tra le braccia intelligenti di Domani/Arcoiris
 

Commenti

  1. […] […]

  2. Credo di poter interpretare l’origine dela sortita letteraria del giudice Mastellone non tanto nell’indulgere ad un’adesione modaiola ( il giudice scrittore ) quanto ad una necessità direi psicoanalitica , catartica , di chi avendo avuto per professione dimestichezza con un certo mondo ( investigativo , ricco di intrecci politico-affaristici-malavitosi . segreto ,sfuggente ) riversa sulle pagine scritte , come una sorta di confessione liberatoria , ciò che lo impegna quotidianamente e che conosce profondamente e sopratutto , penso , costituisce spesso otivo di amarezza e di senso di impotenza e frustrazione quando si trova di fronte a muri invalicabili e incomprensibili . Oddio , questa è solo la mia impressione . per il resto l’articolo di Margherita è bello , ha esso stesso un ritmo incalzante e se fossi Mastelloni le concederei l’intervista negata proprio perchè il suo articolo evidenzia una segreta ammirazione per un mondo ed una persona di riserbo forse anch’esso un pò metafisico.

  3. margherita smeraldi

    accidenti Luigi Tufano che profondità di pensiero: Mastelloni non ha negato l’intervista, la faceva solo cadere dall’alto allora io che sono un’impaziente gli dato il mio omaggio e la mia ammirazione comunque. grazie mille

  4. Alfonso Auriemma

    è stata fortunata, la ditta Mastelloni & Co. ad avere ottenuto, forse senza nemmeno averla richiesta, una recensione da Margherita Smeraldi a riguardo de”Il filo del male”. Nulla di banale, di melenso di ipercritico o di agiografico poteva venir fuori dalla penna del critico veneziano. Ma una galoppata fantasmagorica attraverso situazioni e personaggi degli anni di piombo , che hanno visto il coautore del libro protagonista dal lato buono della barricata,nessuno, nemmeno lo stesso magistrato, avrebbe potuto prevederla da parte del suo recensore. E che dire della parabola di questo solitario servitore dello Stato, costretto adesso ad occuparsi di banali fenomeni di abusivismo edilizio (udite udite anche Venezia ne è affetta) dopo aver indagato su sequestro Dozier e simili? Ed il thriller americaneggiante scritto a quattro mani, sarà l’isola felice sulla quale rifuggire dal piatto presente ? Tutti interrogativi che la Smeraldi(troppo pochi e distanziati i suoi interventi su questo giornale), con la consueta maestria e col suo stile incalzante, suscita in noi lettori……

  5. Filiberto Piccini

    Anch’io mi sono domandato molto spesso come si possa scrivere un articolo o un romanzo a 4 mani, forse è anche più interessante aspettare assieme l’esito del lavoro. Ma la letteratura italiana sig.ra Margherita aveva bisogno di un noir o giallo all”americana”? E perché ostinarsi con frasi “fumettistiche” anni 60 tipo quella riportata nell’articolo: “Tese la canna della pistola verso il volto di Pirro e sparò, la pistola aveva il silenziatore, pezzi di cervello pelle ossa schizzarono dappertutto”. La morte ha forse maggiore rumore se le ossa schizzano dappertutto? Io ho molta fiducia nella Giustizia, nella Magistratura, solo che quando per motivi di mercato ci si abbassa a certe sintesi… beh, un po’ di perplessità sorgono.

  6. margherita smeraldi

    a chi lo dice stimatissimo Filiberto ! e grazie di avermi letto

  7. margherita smeraldi

    caro Alfonso, è vero scrivo poco perchè nel frattempo vivo… gli abusi edilizi a Venezia ? mah…. un bagno allargato senza permesso… una terrazza che improvvisamente diventa stanza un cornicione in pericolo, piccole cose in attesa che il ns bel magistrato si occupi sul serio di……..

  8. gino spadon

    Attratto e distratto dall’arabesco della scrittura smeraldina (“smeraldina” mi piace di più di “smeraldiana”)ho finito col prestare scarsa attenzione alle quattro mani che scrivono e al frutto di tanta intesa. Sarà per un’altra volta. Per il momento mi accontento dell’arabesco smeraldino che mi piace assai

  9. margherita smeraldi

    Gino Spadon : ti adoro anche se non so chi sei. grazie

  10. margherita smeraldi

    purtroppo ieri Mastelloni era tra le damazze…..

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