Mi consenta di licenziarla
07-06-2010
di
Ivano Sartori
«Buongiorno sono Sonia, posso aiutarla», risponde soavemente la ragazza del call center dopo ventidue squilli. «Arrivederci e grazie», recita la giaculatoria azzurra sulla busta candida del pane. «Buona giornata», si augurano persone che non si conoscono uscendo dall’ascensore. Buongiorno sarebbe troppo poco. Come può, una società, capace di salamelecchi cosi soavi e generosi sprizzare violenza da ogni suo poro. Impossibile, deve essere una montatura dei giornali.
«Mi consenta di licenziarla», dice la dama alla colf cui è sfuggito di mano il vassoio. «Mi permette di darle un consiglio? Dovrebbe masturbarsi con maggiore frequenza, sa è per l’autostima», suggerisce l’attempato satiro alla cortigiana infedele che ha nascosto il registratore tra le lenzuola.
Telefoniste, panettieri, proprietarie di colf, odalische. C’è un uomo in Italia che trasuda amore e ha insegnato a tutti le buone maniere. Alla società che vive di commerci, perlomeno. A tutti gli altri ha inoculato il vaccino dell’odio. E funziona, sapete. Cuori ingrati.
LE SUORE DI AL JAZEERA
Quante sono le carmeline disobbedienti di Al Jazeera? Sono cinque e hanno dato le dimissioni la settimana scorsa. Da mesi i dirigenti della famosa catena televisiva del Qatar molestavano le teleconduttrici con ripetuti inviti a vestire più castigato. «Ci hanno trattato da svergognate e questo ha ferito la nostra dignità e offeso la nostra moralità», ha spiegato una delle cinque, che non devono avere mai visto I soliti ignoti. «Cammiela copriti… Componiti Carmelì», ripeteva strabuzzando gli occhi il gelosissimo ladro siculo Ferribotte (Tiberio Murgia) alla sorella Carmela nel film di Monicelli. E lei, la prosperosa Claudia Cardinale, stringendo lo scialle nero attorno al volto e sul seno, rispondeva a occhi bassi: «Composta sono». I dirigenti della Tv araba sono evidentemente al corrente di certe arie islamiche che tirano alla Rai. Basta con i décolletés panoramici insistono da mesi due membri del consiglio d’amministrazione, Alessandro Gorla e Antonio Verro, alludendo a certe poppute telestar italiche. Troppi push-up traboccano dalla Tv di Stato come da vignette di Jacovitti. Le signore dalla quarta in su, le marevenier, le loredanelecciso, le simoneventure hanno abbassato lo sguardo, sgonfiato il petto e balbettato al massimo una difesa d’ufficio. Quando le misure ci sono, non puoi nasconderle, ha obiettato Monica Setta. E ha confessato di essersi persino fasciata il seno come una suorina per non distrarre gli ospiti. Ma è successo in passato. Ora Monica non vuol più farsi monaca.
Ivano Sartori, giornalista, ha lavorato per anni alla Rusconi, Class Editori, Mondadori. Ha collaborato all’Unità, l’Europeo, Repubblica, il Secolo XIX. Ultimo incarico: redattore capo a Panorama Travel.