“Vodka lemon”: 4/10 di vodka, 6/10 di Schweppes Lemon o Lemon Soda, mezza fetta di limone, agitare e servire ghiacciato. Questa è la ricetta perfetta per un cocktail di mezza estate! In effetti la vodka è la cosa più democratica della moderna Russia: bevono tutti dall’operaio più modesto al poliziotto più corrotto fino all’oligarca più trendy. C’è sempre un motivo per un goccetto. Qui si beve vodka quando si è tristi, quando si è felici, per un compleanno, per accompagnare il pranzo di mezzogiorno e la cena della sera. I russi dicono che la vodka può essere buona o cattiva, può raschiare o essere liscia, può essere originale o “poddelka” (“tarocca”)… ma la vodka non è fatta per essere degustata! La vodka si ingerisce in un sol fiato solo per sentire la botta in testa.
È la bevanda nazionale.
D’altronde l’Italia è identificata con “pizza e mandolino” mentre la Russia ha il marchio “caviale e vodka”. Però attenzione l’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che l’alcol è la causa di quasi il 4% di tutti i decessi nel mondo. L’abuso di alcol uccide più persone di AIDS, di tubercolosi e guerre. Un russo beve 1 litro e mezzo di alcol puro al mese. Il rapporto dice che bere porta a 60 diversi tipi di malattie e lesioni. Tra i più comuni – cirrosi del fegato, l’avvelenamento, l’epilessia, cancro, e poi incidenti stradali causati da conducenti ubriachi. Per sensibilizzare il popolo russo sono state create degli strani dissuasori : delle enormi gabbie a forma di bottiglia di Vodka, alte 12 metri e del peso complessivo di oltre 8 tonnellate, dove all’interno si possono vedere carcasse di automobili distrutte dopo incidenti provocati dall’alcol. Oggi la legge è severissima in merito alle percentuali presenti nel sangue degli automobilisti: il limite è ZERO. La sensazione però è che la misura non farà che moltiplicare e ingrossare le mazzette ai poliziotti della stradale.
Irina Denisova, studiosa presso la Nuova Scuola Economica di Mosca, sostiene che uno dei motivi dell’abuso alcolico sono i prezzi troppo bassi e le tasse troppo compiacenti che colpiscono il settore. I Paesi del Nord confinanti con la Russia con forte tradizione di superalcolici – Svezia, Finlandia, Norvegia – sono riusciti a ridurre notevolmente il consumo di alcol negli ultimi di anni, proprio aumentando i dazi e di conseguenza i prezzi al consumo.
Il vero punto debole dei tentativi di contrastare il grande vizio nazionale russo, è l’irrisorio prezzo minimo imposto per legge alla bottiglia di vodka: 89 rubli per mezzo litro, poco più di due euro. Aumentare il prezzo però non servirebbe molto perché la produzione di bevande alcoliche artigianali illegali potrebbe aumentare, già oggi circa il 51 per cento della produzione arriva dal mercato nero, fabbriche illegali che durante la notte producono enormi quantità di un liquore illegale chiamato samogon (che in russo significa chiaro di luna) e distillato nei villaggi, dove viene usato anche come seconda valuta. Nell’epoca sovietica si poteva sempre comprare una bottiglia di vodka nascosta sotto il cappotto di un tassista, ricordano i vecchi moscoviti. Per questa vodka a basso costo ( 30-35 rubli) si usa metanolo più economico ma micidiale. Proprio ieri leggevo un blog di una ragazza disperata che piangeva la propria coinquilina di 26 anni morta per una vodka avvelenata.
Questa vodka illegale è “spacciata” tramite un giro di contatti criminali che riesce a piazzarla tramite una rete legale di negozi a prezzi leggermente più bassi di quelli “standard”. I consumatori finali non sanno neanche che stanno acquistando e consumando superalcolici non registrati, con bolli falsificati, e quindi sono inconsapevoli di rifornire così di denaro l’economia sommersa e la criminalità organizzata. 40.000 persone all’anno muoiono inconsapevoli di ciò che hanno bevuto.
Nella città di Novomoskovsk (200 chilometri a sud di Mosca) «a 100 metri dai cancelli di una grande fabbrica, le donne vendono bicchieri di alcol industriale diluito che portano in taniche da 20 litri: 8 rubli (20 centesimi di euro) il bicchiere» ha raccontato alla radio Echo di Mosca. Nel passato perfino in ospedale come disinfettante non veniva più utilizzato l’alcol (che veniva regolarmente bevuto!) ma un liquido verdognolo chiamato zeljonka.
Il “potere” ha più volte lanciato campagne contro l’alcol facile: la prima dal compagno Andropov, proseguita dal traditore Gorbaciov ( è storicamente riconosciuto che la sua campagna proibizionista fu uno dei fattori che condusse alla sua rovina politica, almeno nel gradimento della popolazione) e oggi continua con il presidente Medvedev . Quest’ultimo, postosi il problema, propone di limitare il numero delle bottiglie vendibili a una sola persona sperando che il provvedimento dia qualche frutto. L’unica imposizione che finora si è sperimentata è il divieto di vendita a Mosca di alcolici dopo le 22. Ma è sufficiente che il negozio abbia il permesso di vendita 24 ore su 24 per aggirare la norma. A dire il vero la volontà non è proprio “ferrea” visto che nessuno dei 36 progetti depositati tempo fa sulla lotta all’alcolismo è stato approvato in seconda lettura dalla Duma, controllata dal partito di governo Russia Unita.
Alla sera lungo i boulevard centinaia di ragazzi sono seduti sull’erba a chiacchierare, musicisti di strada suonano nuove e vecchie canzoni e l’aria è spensierata e vacanziera ma la quantità di bottiglie e di lattine sulle panchine e tra l’erba è impressionante, tutti bevono birra – fa molto occidentale – o vodka, tutte le splendide ragazze che passeggiano in succinti vestitini e tacchi vertiginosi tengono in mano una lattina o una bottiglia! È uno spettacolo che ancora mi sorprende, bere per strada, bere seduti sulle panchine, bere in metropolitana… è veramente eccessivo e a volte fuoriluogo. Non voglio fare la bacchettona ma è una bevuta senza allegria, senza voler far festa, solo puro stordimento.
Quando la notte finisce le stradine dei parchi sono disseminati da migliaia di lattine accartocciate e da vetri sparsi ovunque a dimostrazione del fiume di alcol ingerito per “socializzare” per sentirsi alla moda per essere fighi. Mosca si addormenta cosi e si svegia pronta per ripartire sicura del fatto che come dice un vecchio proverbio: “Non esiste vodka buona o cattiva, può essere solo poca o molta”.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare