Un recente studio pubblicato nel dicembre 2010 nell’Official Journal of American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery (1) e svolto in Nigeria presso l’Università di Ibadan , dimostra la relazione tra la carenza di acido folico e la riduzione dell’udito in età avanzata. Il problema ha un’enorme importanza a livello di salute pubblica, solamente negli Stati Uniti colpisce più di 28milioni di individui con età compresa tra i 60 e i 74 anni ma, a tutt’oggi, la base biologica della perdita di udito legata all’età non è nota. Dallo studio cui faccio riferimento (2) è emerso un dato che potrebbe rivestire una notevole importanza a livello di prevenzione e cura: in tutti i soggetti rientranti nella categoria in esame si registrano bassi livelli di acido folico.
Lo studio (2) ha preso avvio ricercando la correlazione tra la soglia uditiva e i livelli sierici di vitamine B12 (cobalamina) e di acido folico in soggetti di età superiore ai 60 anni in stato di buona salute alla valutazione medica (3) che presentavano perdita di udito legata all’età (ARHL): la correlazione è stata netta a testimoniare l’interconnessione con l’acido folico. Come dice Akeem Olawale Lasisi, coautore della ricerca:
Basandoci sulla nostro lavoro, possiamo affermare che la perdita di udito legata all’età può essere legata ad un’alimentazione carente, connessa ad una cattiva condizione dei micronutrienti, del resto il ruolo del folato nel metabolismo cellulare, nel sistema nervoso e nella funzione vascolare sono importanti per il sistema uditivo.
L’acido folico (folato) è la vitamina B9 e deve essere assunto con il cibo e dalla flora batterica intestinale in quanto non viene prodotto dall’organismo, il fabbisogno quotidiano in condizioni normali è di circa 0,2 mg. Seppur non si conosca precisamente il suo ruolo, è assodato che l’acido folico è essenziale per la sintesi del DNA e delle proteine e per la formazione dell’emoglobina, ed è particolarmente importante per i tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione e differenziazione, come i tessuti embrionali, tant’è che durante la gravidanza si consiglia un supplemento, in quanto il fabbisogno aumenta del doppio.
Negli adulti la carenza di acido folico, che può manifestarsi con l’anemia megaloblastica, è spesso associata a carenze di altri oligonutrienti, quali zinco e vitamina B12.
Una riduzione dell’assorbimento, con un conseguente aumento del fabbisogno, possono derivare dall’assunzione di alcuni farmaci (barbiturici, estroprogestinici), da un elevato consumo di alcol, dal diabete mellito insulino-dipendente, dalla celiachia, o da alcune specifiche varianti di geni coinvolti nel metabolismo dei folati (metilene-tetraidrofolato-reduttasi, recettore dei folati).
Negli Stati Uniti nel 1998 la Food and Drug Administration dispose l’aggiunta di acido folico a tutti i cereali che vennero così definiti “fortificati”, nella misura di 0,14 mg per 100 grammi di prodotto in granella. A tutt’oggi è possibile trovare sul mercato americano gli alimenti fortificati quali pane, riso e altri prodotti a base di cereali, anche se non sono mancate le polemiche di chi, per esempio, asserisce che, sì, l’acido folico aggiunto agli alimenti ha chiaramente contribuito a ridurre l’incidenza della spina bifida (dal ’98 si è registrata una riduzione di spina bifida di un 19%), ma al contempo sembra responsabile di 15.000 morti per cancro (4). Il dottor Hyman, pur riconoscendo l’importanza dell’adeguata assunzione di vit. B9, contesta gli alimenti fortificati in quanto il folato aggiunto è di origine sintetica quindi molto più caro e meno stabile di quello che si trova in natura ed inoltre, proprio perché di sintesi, parrebbe cancerogeno, mentre i folati naturali non paiono essere coinvolti nell’insorgenza di neoplasie, bensì implicati nel miglioramento delle funzioni vitali dell’individuo.
Gli alimenti che maggiormente contengono acido folico sono le verdure a foglia verde quali spinaci, broccoli, asparagi, lattuga; le arance ed altri frutti come i limoni, i kiwi e le fragole; i legumi, i cereali e il fegato. É importante considerare che il processo di cottura distrugge la grande maggioranza di folato presente nei cibi.
In Italia non esiste un obbligo di produzione di alimenti fortificati, esiste solo la possibilità per le industrie alimentari di “fortificare” volontariamente, sono quindi presenti sul nostro mercato solo alcuni alimenti fortificati come cereali da colazione prodotti da industrie multinazionali, succhi di frutta, un latte speciale UHT e pochi altri prodotti, ma non mancano sicuramente le fonti alimentari adeguate affinché si possa evitare una riduzione pericolosa della vitamina B9. Il nostro Paese, per definizione, offre una gamma vastissima di frutta e verdura, nonché una cultura alimentare perfettamente in sintonia con una sana e completa alimentazione, la cosa importante sarebbe non abbandonare la nostra cara cucina mediterranea sostituendola con cattive abitudini d’importazione.
Mi riferisco in particolare alle induzioni operate da quelle aziende che, avendo a cuore solo il profitto, non ci pensano nemmeno un minuto a manipolare i consumatori al di là dei risvolti salutistici o meno. Se il processo di globalizzazione non virasse solo verso il neoliberismo, ma tenesse in considerazione anche e soprattutto l’aspetto umanista, forse l’obiettivo-profitto verrebbe sostituito dall’obiettivo-salute e non si avrebbe bisogno né di proporre, né di obiettare i cosiddetti alimenti “fortificati”.
Note di approfondimento
(1) The American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery è una delle più vecchie associazioni mediche degli Stati Uniti, rappresentata da quasi 12.000 medici e professionisti del settore sanitario specializzati in otorinolaringoiatria. L’obiettivo prioritario dell’organizzazione è quello di indurre conoscenza ed aggiornamenti costanti ai professionisti che operano nell’ambito dell’ORL, l’Accademia offre ai suoi membri la possibilità di essere costantemente aggiornati circa gli avanzamenti scientifici riguardanti l’otorinolaringoiatria, inoltre offre, avvalendosi delle sue ricerche nel settore, un buon ponte tra la scienza medica e gli apparati governativi ed amministrativi.
(2) La ricerca è stata condotta da:
- Department of Otorhinolaryngology, College of Medicine, University of Ibadan, Ibadan, Nigeria
- Department of Clinical Pharmacology and Therapeutics, College of Medicine, University of Ibadan, Ibadan, Nigeria
- Department of Epidemiology and Medical Statistics, College of Medicine, University of Ibadan, Ibadan, Nigeria
Si vedano anche Age-related hearing loss, vitamin B12, and folate in the elderly e University of Ibadan.
(3) Sono stati esclusi dallo studio coloro che avevano una storia di diabete, infarti, ipertensione, patologie a carico dell’orecchio, oppure coloro che erano stati esposti a farmaci ototossici, quali gli aminoglicosidi, gli antibiotici e i diuretici.
(4) Folic Acid: Killer or Cure-All di Mark Hyman
Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).