Almeno un passo in avanti, forse, l’abbiamo fatto. Mentre Monti parlava alla Camera e al Senato non si sentiva volare una mosca. Niente fischi, urla, botte da orbi, commessi nel panico, sventolio di cappi da impiccagione, parolacce, bestemmie, dito medio alzato, gesto dell’ombrello, fette di mortadella sventolate al cielo, bottiglie di spumante stappate. E via imbarbarendo.
Forse i vari Bossi, Scipiloti, Borghezio, La Russa, Santanchè & Company si erano appisolati.
Oppure il Professore fa lo stesso effetto di quando – per lo meno ai miei tempi – in classe entrava il preside.
In effetti il cambio c’è stato, eccome.
E’ stato cacciato (non da noi, peccato, ma dai governi europei) un governo di nani, ballerine, piazzisti da quattro soldi, saltafossi, menestrelli, zerbini e incapaci ed è stato sostituito da un governo di professori, banchieri e bancari. Che Dio ce la mandi buona!
Ci hanno promesso “lacrime e sangue”. Lo spread è calato e le borse sono in ripresa, bene.
Ma intanto sappiamo che verranno colpite le pensioni, il fisco, la casa, ecc. Cioè: noi.
Il professore, inevitabilmente, acchiappa quattrini dove è più facile prenderli.
“Sa bene com’è, Signora mia, quando c’è da fare in fretta non si può andare tanto per il sottile…”.
Ma forse c’erano anche altre manovre – semplici, addirittura banali – che si potevano fare e che sarebbe bello – anche domani, anche dopodomani -sentire dal Prof.
Qualche esempio? Congelare per un paio d’anni le spese militari (che non sono certo noccioline); finirla una volta per tutte con le missioni militari “di pace”; azzerare le auto-blu e ridiscuterle caso per caso; far pagare l’Ici a Santa Romana Chiesa; utilizzare per il bene comune i soldi e i beni confiscati alla mafia, alla camorra, ecc.(ma dove caspita sono finiti?); dare un taglio agli sprechi inutili (come, ad esempio, il Ponte sullo Stretto…); ridurre drasticamente dal primo gennaio il numero dei parlamentari; eliminare le regioni; introdurre la patrimoniale…
Che Dio ce la mandi buona!
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.