È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
La Giornata mondiale contro l’AIDS ricorre ogni anno il 1° dicembre ed è rivolta a mantenere accese le coscienze rispetto l’epidemia da HIV che, purtroppo, lungi dall’essere superata, si mostra ancora in tutta la sua drammaticità, malgrado nel mondo occidentale il messaggio che pare imperare è la sconfitta del virus.
Nessun allarmismo, ma senz’altro occorre mantenere un livello di informazione adeguato alla gravità della malattia, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che non hanno vissuto gli anni del panico, gli anni nei quali si parlava di “peste del 3° millennio”.
Dal 1981, quando nell’America del nord emerse quella strana forma di polmonite che colpiva giovani maschi adulti, che resisteva ad ogni terapia farmacologica conosciuta, sono passati 30 anni e tanto se ne è parlato, a volte anche a sproposito, per il passato, quanto ora si tace, come a mettere la polvere sotto il tappeto, a superamento di una paura verso la quale il sistema parrebbe non riuscire a vincere.
Da allora sono morte 25milioni di persone e circa 33milioni convivono a tutt’oggi con l’HIV, questo, malgrado sia stato isolato il virus e si siano sperimentate terapie farmacologiche rivelatesi efficaci almeno nel contenimento dell’infezione.
Oggi, 1° dicembre 2011, il World AIDS Day vuole lanciare un messaggio chiaro e deciso:
“Getting to Zero. Zero New HIV Infections. Zero Discrimination and Zero AIDS Related Deaths”, l’azzeramento dell’epidemia associato all’azzeramento di ogni discriminazione ad essa legata, sia in ambito terapeutico, sia in ambito sociale, finanche azzerare le morti per AIDS entro il 2015.
In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità (http://www.iss.it/binary/publ/cont/COA3.pdf Volume 24, n. 5 Maggio, Supplemento 1 – AIDS-HIV-Istituto Superiore di Sanità) dal 1982, anno della prima diagnosi di AIDS nel nostro Paese, al 31 dicembre 2010, sono stati notificati al Centro Operativo AIDS (COA) 62.617 casi cumulativi di AIDS. Di questi, 48.389 (77,3%) erano di sesso maschile, 773 (1,2%) in età pediatrica (sotto i 13 anni) o con infezione trasmessa da madre a figlio, e 5.335 (8,5%) erano stranieri.
L’età media alla diagnosi, calcolata solo tra gli adulti, era di 35 anni (range: 13-87 anni) per i maschi, e di 33 anni (range: 13- 84 anni) per le femmine.
Nel 2010 sono stati notificati al COA 1.079 nuovi casi di AIDS, di cui 718 (66,5%) diagnosticati nel 2010 e 361 diagnosticati negli anni precedenti. I numeri inquadrano l’Italia fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza medio-alta di nuove diagnosi di infezione da HIV. L’incidenza risulta maggiore nelle regioni centro settentrionali e, tra queste, quella a maggiore incidenza è l’Emilia-Romagna. Inoltre si mostra in aumento l’età media alla diagnosi: si è passati dai 24-26 anni (rispettivamente per donne e uomini) nel 1985 ai 36-39 anni del 2009. Le modalità di trasmissione dell’infezione sono cambiate nell’ultimo decennio, in quanto i casi legati all’uso di sostanze iniettabili è diminuito, mentre sono in aumento i casi legati a rapporti sessuali non protetti.
Questo dovrebbe farci capire che, malgrado, e fortunatamente, la disponibilità di terapie antiretrovirali di combinazione che ne hanno cambiato il decorso, almeno nei Paesi tecnologicamente avanzati, tanto da permettere agli individui infetti di godere e di buona qualità e di aspettative di vita comparabile a quello della restante popolazione, non si possa abbassare la guardia.
Nel corso del più importante appuntamento scientifico a livello mondiale a tema AIDS, indetto dalla International AIDS Society – Conference on Pathogenesis, Treatment and Prevention of HIV Infection (IAS), tenutosi a Roma tra il 17 e il 20 luglio 2011, i maggiori esperti hanno dibattuto concordando sull’importanza della prevenzione che passa attraverso l’adeguata informazione al di là di ogni sorta di pregiudizio.
Il prof. Massimo Andreoni (Professore Ordinario Malattie Infettive dell’Università di Roma Tor Vergata) insiste nell’affermare che l’AIDS non è affatto sotto controllo e questo parrebbe legato non solo al discorso terapeutico, quanto alla scarsa informazione, in quanto a tutt’oggi la prevenzione è la reale arma a nostra disposizione per combattere il virus.
“I farmaci sono in grado di cronicizzare l’infezione, ma la partita è ancora aperta, in quanto ci sono segnali preoccupanti che indicano una ripresa delle infezioni: in alcune zone della Francia si registra un’incidenza simile a quella del Botswana, a Washington i numeri sono simili a quelli dell’Uganda” dice Stefano Vella, Direttore Dipartimento del Farmaco all’Istituto Superiore di Sanità, Co-chairman di IAS 2011 e componente del Comitato Coordinatore.
Lo slogan scelto dalla Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids (LILA) per la sua nuova campagna di comunicazione e prevenzione, lanciata tradizionalmente nella Giornata mondiale di Lotta all’Aids, per il 2012 è: “AIDS. Proteggiti semplicemente” a volere rendere semplice e naturale ciò che nel nostro Paese viene ancora vissuto con disagio: l’utilizzo del preservativo.
La campagna globale “Getting to zero” vuole sollecitare l’opinione pubblica, e quindi i governi, ad agire al fine di permettere l’accesso alle cure a tutti, vista l’attuale evidente e drammatica sperequazione Nord-Sud. Il tema dell’anno è uscito dalle consultazioni tra persone che vivono con l’HIV, attivisti della salute ed organizzazioni della società civile: un’ennesima sfida ad un sistema globale che non sembra capace di globalizzare gli esseri umani, ma solo i profitti da essi derivanti, che si riempie la bocca di retoriche concessioni di diritti, come se il diritto alla salute e alla vita dovessero essere concessi da un qualche Paese verso un altro, sempre tenendo ben presente che il limite a tali concessioni è un bilancio contabile.
La Campagna prevede una riaccensione dell’interesse sociale anche in funzione della ricorrenza trentennale dalla prima diagnosi infausta, in previsione della XIX Conferenza Internazionale sull’AIDS che si terrà tra il 22 e il 27 luglio 2012 a Washington DC al Walter E. Washington Convention Center. L’impegno è orientato a mobilitare l’attenzione del mondo, oltre a permettere a milioni di persone di riunirsi per commemorare chi ha perso la vita per via del virus maledetto e per dare coraggio e forza a chi ci sta convivendo, plaudendo i progressi compiuti nella risposta all’epidemia, ma sempre all’insegna dell’impegno a proseguire un cammino che vuole risultare vincente.
Lo stesso Segretario di Stato degli USA, Hillary Rodham Clinton, l’8 novembre 2011, ha parlato della volontà del Governo americano di adoperarsi al fine di ottenere una generazione libera da AIDS e ha illustrato la strategia che verrà posta in atto per:
ridurre il numero di persone che si infettano con l’HIV
aumentare l’accesso alle cure e ottimizzare i risultati di salute per le persone affette da HIV
ridurre le disparità sulla salute HIV-correlate
La Clinton ha asserito che solo insieme, tutti parte del movimento globale, potremo ridurre il tasso mondiale di nuove infezioni da HIV.
Si vuole cercare di cambiare il meccanismo nel lasso di tempo che intercorre tra il 1° dicembre 2011 e il 1° dicembre 2015, sguinzagliando osservatori che monitoreranno l’adesione alle basilari regole di rispetto umano, a cura e prevenzione dell’AIDS, e riferiranno in sede internazionale la situazione del Paese monitorato. Si vuole, quindi, proseguire con forza l’educazione socio-sanitaria rivolta soprattutto ai giovani e, seguendo il programma dell’UNAIDS (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS) si vuole tentare di mettere al centro dell’approccio alla sindrome da immunodeficienza acquisita la persona, al posto della malattia.
Gli interventi tendono a focalizzare l’attenzione alle popolazioni più a rischio, come chi si dedica alla prostituzione e/o chi fa uso di droghe per via iniettiva; si cerca di educare all’utilizzo del preservativo, oltre che alla distribuzione; si tende a rinforzare l’opera delle organizzazioni di volontariato che prestano sostegno alle persone affette da HIV.
Affinché il programma possa risultare efficace, tra le azioni proposte viene contemplata anche quella di empowerment sociale a superamento dei tanti pregiudizi che da sempre accompagnano i portatori del virus, oltre a creare un ambiente protetto legalmente che si protenda verso la salvaguardia dei diritti dei malati e delle loro famiglie.
Per ridurre in modo rapido il dilagare dell’infezione il rapporto UNAIDS 2011 World AIDS Day sottolinea che è necessaria la condivisione delle responsabilità.
La strategia dell’OMS per la salute globale del settore in materia di HIV/AIDS 2011-2015 guida la risposta del settore sanitario per HIV, i suoi obiettivi, coerenti con la strategia di UNAIDS per lo stesso periodo, “Getting to zero” sono i seguenti:
raggiungere l’accesso universale alla prevenzione, agli interventi di diagnosi, di trattamento e cura per tutti
contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo in materia di salute previsti per il 2015
La strategia dell’OMS si esprime in 4 linee guida, o direzioni strategiche, a loro volta caratterizzate da elementi fondamentali. La direzione strategica 1 tende ad ottimizzare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la cura. I suoi elementi fondamentali sono riconducibili a:
Rivoluzionare la prevenzione dell’HIV
Eliminare nuove infezioni da HIV nei bambini
Catalizzare la successiva fase di trattamento, cura e sostegno
Fornire servizi completi e integrati per le popolazioni considerate “chiave” per l’epidemia
La direzione strategica 2 tende a rafforzare i legami tra i programmi sociosanitari proposti per combattere l’HIV ed altri programmi di eguale natura, ma destinati ad altre problematiche sanitarie.
La direzione strategica 3 è destinata a rafforzare i sistemi sanitari. La direzione strategica 4 vuole ridurre un fattore di forte vulnerabilità del sistema, ossia le barriere strutturali per l’accesso ai servizi e si avvale di alcuni elementi fondamentali:
Promuovere l’uguaglianza di genere e rimuovere le norme di genere nocivo
Fare un passo avanti nell’ambito dei diritti umani e promuovere l’equità della salute
Garantire la salute in tutte le politiche, leggi e regolamenti
Gli obiettivi che il mondo della salute vorrebbe perseguire sono altamente auspicabili, indipendentemente dal fatto che il 2015 li veda realizzati in toto. Il fatto stesso di tentare una sensibilizzazione planetaria sul tema dell’AIDS ed in qualche modo di rendere evidenti le falle del sistema in essere e di prospettare possibili soluzioni, mi pare di per se un fatto positivo e da tenere in elevata considerazione, oltre all’obiettivo, già di per sé perseguito, della divulgazione-sensibilizzazione, parti esse stesse del programma di consapevolizzazione e di prevenzione.
Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).
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Commenti
giovanna arrico
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Il 2015 sarà libero dall’AIDS? Ogni volta si posticipa la data di “scadenza”. Ogni volta si leggono notizie sempre più disarmanti, ogni volta aumentano i rischi di contagio, ogni volta aumentano i morti. Forse aumentare l’informazione, mi verrebbe da dire, ma molto semplicemente osservo l’espressione delle persone quando se ne parla e noto ancora paura e voglia di cambiare discorso. Purtroppo ancora oggi i problemi sociali, economici e politici vengono allontanati, proprio come se la stessa informazione possa diventare il vero virus e non l’antidoto per “guarire”.