Se qualcosa può umanizzare Muammar Gheddafi, è il dramma della sua morte e le immagini del dittatore che hanno inondato l’internet e le tv del tutto il mondo. Per lo più l’autenticità dell’era digitale con le sensazioni delle immagini trasmesse, la velocità dei titoli scritti in grande per la sua morte, un’auto–rafforzamento con un impegno quasi maniacale nell’inquadrare e tenere l’immagine.
Ma Al Jazeera è stata sempre quella che ha trasmesso le immagini di Gheddafi vivo, ferito e poi ucciso e questa simultaneità di vita e di morte sconvolge la sensibilità, è tutto un dramma.
Giovani in estasi per la vittoria che strappano la bandiera del regime, con coltelli e le armi che sparano in aria … fanno riflettere, ma fanno anche paura per il futuro di questo paese verso la democrazia.
A giudicare dalla folla furiosa, sfiniti da una rivoluzione e oppressione durata per mesi, questi uomini arrabbiati, rinforzano un senso sottointeso, cioè una terribile verità ancora non vista.
Mentre gli USA e la Francia si vantano di avere portato loro a porto la missione insieme con l’attacco della NATO, sorgono tante domande sul futuro della Libia, quanto ne risentirà la stessa Italia di questi cambiamenti: sarà una nazione di leggi o di passione?
“ La Libia farà un percorso lungo e tortuosa verso la piena democrazia”, ha detto il presidente Obama. “ Ci saranno giorni difficili”.
E’un paese che con la democrazia non ha nessuna esperienza, geograficamente divisa in tribù e i suoi sostenitori potrebbero reagire sottoterra.
Si sa che la Libia non è la Tunisi o l’Egitto, Gheddafi ha avuto sempre il controllo dei fondamentalisti islamici è stato il loro principale nemico, ma ora questi estremisti stanno raccogliendo le armi dispersi per il paese e rappresenteranno una minaccia per il futuro.
E oggi è il primo giorno che la Libia si sveglia senza il suo Colonnello, bisogna andare avanti, continuare a vivere.
Nel fra tempo che tutto il mondo si aspetta l’inizio di una nuova epoca per il paese, tremano i dittatori rimasti, dopo Gheddafi quale sarà il prossimo?
Enisa Gordani, origine albanese, studia Giornalismo e Cultura Editoriale all'Università di Parma.