È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
Rappresenta il costituente essenziale dell'organismo umano e risulta indispensabile ai processi fisiologici. Il suo consumo è un'azione indispensabile: berne fa bene alla salute
Acqua: la chiave della vita, ma attenzione alle bugie della pubblicità
Vendere acqua? Sembra un paradosso, l’acqua è di tutti… è come l’aria: indispensabile alla vita, universale, libera… è un diritto e come tale non è commercializzabile. Si parte da un messaggio adeso alla realtà per poi trasformarlo, raggirarlo, utilizzarlo per vendere ciò che per logica non sarebbe vendibile, se non in casi eccezionali quali stati di malattia per cui l’acqua, un certo tipo di acqua, possa agire a supporto terapeutico, essendo essa l’agente terapeutico maggiormente impiegato con continuità nel corso di migliaia di anni, oltre ad essere la risposta ad un bisogno primario quale è la sete.
Siamo immersi in un marasma di messaggi pubblicitari che si propongono quali strumenti di conoscenza, le pubblicità raccontano utilizzando un linguaggio che in qualche modo accenda nell’immaginario la cognizione scientifica. Le pubblicità salutiste… oserei dire: “bella roba”, creano delle vere e proprie credenze popolari, delle bufale che poi, alla lunga, promuovono comportamenti e tentativi di scelta assolutamente inadeguati a ciò che invece “quel po’ di scienza medica” ha definito.
Vanno poi a dissacrare la sperimentazione clinica, facendo, come si usa dire, “di tutta un’erba un fascio”, allontanando pregiudizievolmente alcuni interlocutori e avvicinandone altri al contempo spogliati da ogni senso critico basato sulla cognizione. È vero che bere acqua fa bene alla salute (il nostro corpo è composto per il 65% da acqua che è quindi l’elemento indispensabile alla vita), ma certamente possiamo contrastare il messaggio pubblicitario-manipolatorio che alcune acque facciano bene, mentre altre non siano altrettanto salutari.
È vero che esistono tantissime tipologie di acqua e che in casi specifici sarebbe bene potere e sapere scegliere in relazione a problematiche di salute, ma sicuramente l’atteggiamento più adeguato è quello di chiedere il parere di un tecnico… può essere pericoloso fidarsi dello spot, seppur costruito con maestria e accuratamente predisposto nelle parole, nelle immagini e nelle musiche, nonché nel carisma del personaggio pubblico che esalta doti e virtù del prodotto senza avere cognizione alcuna.
Tanto per iniziare a puntualizzare proviamo a capire quando e perché un’acqua la si definisce “minerale” e, per farlo, citiamo Mariano Messini, considerato il fondatore della moderna idrologia medica che definisce minerale “un’acqua dotata di proprietà biologiche utilizzabili in terapia”. Soluzioni naturali che si arricchiscono nel loro decorso sotterraneo di elementi chimici diversi e che presentano alla sorgente un “vero dinamismo chimico-fisico in evoluzione, al quale è devoluta molta parte dell’azione terapeutica”.
Ne consegue intuitivamente che ciò che distingue un’acqua minerale da un’acqua non minerale è l’azione terapeutica capace di svolgere, in quanto unico elemento di distinzione essendo che non ci si può riferire a caratteri fisici particolari e rilevabili, come la temperatura o la struttura chimica. Da queste considerazioni deriva il fatto che l’autorizzazione a considerare minerale un’acqua è legate sia allo studio della sua origine, della sua estrazione e conservazione, nonché da accurate analisi chimico-fisiche cui deve essere obbligatoriamente sottoposta, ma soprattutto da controlli farmacologici che siano in grado di stabilire gli effetti biologici e farmacodinamici e di prove cliniche che ne verifichino l’efficacia, le indicazioni e le modalità d’impiego.
Se la pubblicità generalista dinanzi ad un farmaco antalgico, come potrebbe essere il semplice paracetamolo, lo reclamizzasse quale panacea a cura e prevenzione di ogni tipo di dolore si comporterebbe esattamente come sta facendo la réclame delle acque minerali di vario tipo: scarsa e tante volte deviante informazione che sicuramente tra i tanti scopi previsti dal messaggio non è posizionata nei primi posti. È scandaloso il fatto che quando si parla di salute, soprattutto attraverso un sistema così invischiante come quello costruito dalla televisione, si osservino comunque e solamente le regole di mercato senza (almeno così a me appare) porsi il benchÈ minimo dubbio circa l’eticità del messaggio, circa le possibili decodifiche, magari deviate o devianti, cui l’interlocutore è soggetto.
Le azioni biologiche che le acque minerali impiegate per applicazioni esterne o per cure idropiniche (somministrazione di acqua termale a scopo terapeutico) possono essere distinte in azioni locali e azioni generali specifiche. Le azioni locali che si riferiscono al contatto tra il tessuto (cute, mucosa dell’apparato digerente, respiratorio, urinario, genitale) e l’acqua pongono in risalto alcune caratteristiche da porre in relazione con risposte di ordine clinico:
l’azione termica va a modificare il tono dei distretti vascolari periferici e sui tessuti
l’azione meccanica agisce sulle masse muscolari, sulla circolazione venosa e sul sistema locomotore
le azioni specifiche su cute, microcircolazione e sistema nervoso periferico da parte di alcuni gas presenti nell’acqua utilizzata per balneoterapia
le azioni selettive svolte dall’acqua sui singoli apparati in relazione alla sua composizione
le azioni generali specifiche si riferiscono a ciò che succede all’interno dell’organismo a seguire l’assorbimento dell’acqua, mi riferisco al metabolismo dei lipidi, degli zuccheri e delle proteine, nonchÈ all’equilibrio idro-elettrolitico e alla funzione di alcuni sistemi enzimatici
Tutto questo per dire che effettivamente l’idrologia medica esiste e si applica in ambito clinico e con ottimi risultati, ma che la propaganda a 360° circa il potere miracoloso di quell’acqua piuttosto che di quell’altra nulla ha a che spartire con la salute, se non che è indispensabile bere tanta acqua ad equilibrare le perdite quotidiane attraverso l’urina, il sudore e il respiro.
Quindi bere almeno 2 litri di acqua al giorno, meglio se dilazionata nel corso della giornata, non centrata sui pasti nel corso dei quali sarebbe bene non esagerare, in quanto si rischia di diluire eccessivamente i succhi gastrici. Se introduciamo parecchia acqua nel corso della giornata favoriamo, invece la digestione e l’assorbimento di nutrienti e di oligoelementi.
Per chi non presenta particolari stati di malattia per i quali occorre l’ausilio di un medico e spesso di una struttura adeguata nell’ambito della quale si instaura una vera e propria terapia mirata e controllata, quindi, direi, per la maggior parte della popolazione soggiogabile dalla propaganda l’acqua che esce dai nostri rubinetti è adeguatissima e svolge correttamente tutte le sue funzioni, aggiungerei pure che è sottoposta ad una serie infinita di controlli piuttosto rigorosi … io personalmente mi fido molto di più dell’acqua che esce dal mio rubinetto che non di quella contenuta nelle bottiglie, siano esse di plastica o di vetro. Aggiungerei che ho la fortuna di poterne usufruire, in quanto potere avere a disposizione acqua potabile semplicemente aprendo il proprio rubinetto è un lusso che solo poche persone possono permettersi e questo sarebbe molto bene non dimenticarlo!
Una ricerca condotta da Altroconsumo sui rubinetti di trentacinque città italiane ha dimostrato che l’acqua degli acquedotti cittadini è sicura e garantita: nessun superamento dei limiti imposti dalla legge del 2003 sulla presenza di sostanze inquinanti, metalli e nitrati, inoltre possiede un buona qualità di odore e sapore. Dall’analisi dei campioni è emersa una realtà rassicurante: l’acqua dei nostri rubinetti si può bere e può essere utilizzata per tutti gli altri usi domestici.
Avete poi pensato a che ne facciamo delle bottiglie che cestiniamo? In Australia, a Bundanoon, una cittadina di 2500 persone a sud ovest di Sidney, i cittadini hanno messo al bando le bottiglie di plastica, utilizzano contenitori riciclabili che vengono regolarmente riempiti usando il rubinetto di casa o le fontane pubbliche: ” “Un modo per impegnarci come comunità a favore dell’ambiente” …”L’industria delle bevande ha realizzato una grande campagna di marketing, vendendo qualcosa che si può avere gratis” e loro, cittadini consapevoli, hanno optato per la soluzione gratuita.
Nel caso l’acqua che scorre dal vostro rubinetto al vostro palato risultasse in qualche modo di un sapore da voi ritenuto non soddisfacente, potrete utilizzare le brocche dotate di filtro o un depuratore da poche decine di euro, oppure … soluzione davvero semplice: riempite una bottiglia di vetro e tenetela in frigorifero per qualche ora senza tappo: soluzioni semplici e immediate.
L’Istituto Nazionale Ricerca Nutrizione e Alimenti (INRAN) ha approntato le linee-guida relative all’alimentazione e alla qualità dell’acqua, Giovanni Pastore, in rappresentanza, ha spiegato, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, che “l’acqua che esce dal nostro rubinetto non solo è assolutamente buona, ma è anche sicura perchÈ viene continuamente controllata e monitorata”.
La carente assunzione di acqua può causare alcuni sintomi tra i quali sensazione di enorme stanchezza, cefalea, difficoltà digestive con scarso assorbimento di nutrienti, vitamine e sali minerali che già si presentano ad un livello di disidratazione corrispondente all’1-2% del peso corporeo. Inoltre quando si è disidratati si tende a mangiare di più, in quanto i segnali di fame percepiti, in realtà denunciano “solo” bisogno di bere . Per farmi capire cerco di portare un esempio: se ci troviamo in una situazione da carenza di sodio, tendiamo a cercare cibi salati, in realtà è solo il sodio l’elemento di cui il nostro corpo abbisogna e non di grassi, carboidrati e di quant’altro agisca da supporter.
Il bere acqua in maniera adeguata contribuisce anche al perseguimento del riequilibrio del peso corporeo semplicemente perché ci si disseta senza ricorrere a bibite zuccherate o alcoliche e, se assunta con moderazione prima dei pasti o quando si percepisce un languorino, spesso riduce il desiderio di ingerire cibi solidi. Nel contesto di questa nostra chiacchierata mi trovo nella posizione di dover sfatare leggende metropolitane che asseriscono con vigore ad esempio che l’acqua povera di sodio fa dimagrire, considerando che l’assunzione di sodio con l’acqua nella nostro contesto sociale è davvero trascurabile, quindi non può incidere. Facciamo un esempio: se bevessimo due litri al giorno di un’acqua che contiene 50 mg di sodio per litro, ingeriremmo soli 100 mg di sodio, ovvero meno del 4,2% del valore consigliato. Passando ad un’acqua con soli 5 mg di sodio, il risparmio su due litri sarà appena di 90 grammi, ovvero di solo il 3,75% dell’apporto massimo quotidiano; se vogliamo e/o dobbiamo davvero ridurre il sodio nella nostra dieta trovo che sia inutile e “dannoso” (ponendo questa ultima affermazione al danno del percepirsi ancora una volta marionette di un sistema che per profitto se ne frega della nostra salute, della nostra dignità, ecc.) bere costosa acqua minerale iposodica; ottima strategia invece, è ridurre il sale da cucina utilizzato nella preparazione dei pasti.
Se assecondiamo l’esigenza del nostro organismo di essere adeguatamente idratato potremo affrontare al meglio anche l’esercizio fisico in quanto nel corso dell’attività fisica l’organismo ha bisogno di una maggiore quantità di acqua, oltre che per la dispersione con il sudore che ha il ruolo di abbassare la temperatura corporea, la muscolatura attiva assorbe acqua.
Non parliamo, poi, di quanto tale esigenze si faccia pressante nel corso della stagione estiva, soprattutto se trascorsa in città ove dobbiamo lottare contro il caldo e l’umidità che come è noto ne aumenta la percezione: si suda tantissimo e questo aiuta a tollerarlo, abbassando la nostra temperatura corporea, si tende a perdere liquidi con possibili conseguenze, soprattutto per persone a rischio, a carico dell’apparato cardiovascolare. Nelle persone anziane può accadere con maggior frequenza rispetto a quelle giovani che il segnale di sete funzioni in modo ritardato e inadeguato con conseguenti rischi da disidratazione, per questo motivo è consigliabile non dimenticare mai di avere a disposizione un contenitore con acqua da sorseggiare nel corso della giornata. Non va dimenticato che il nostro organismo non possiede riserve di acqua
L’acqua aiuta la funzionalità renale, è utile, ad esempio, controllare il colore delle urine e se le si riscontra troppo frequentemente di colore giallo ed emananti odore ammoniacale sarebbe bene in prima istanza aumentare l’apporto di acqua e se questo non basta, rivolgersi a un medico. L’acqua idrata i tessuti, quindi anche la cute. Migliora visibilmente la bellezza del vostro corpo, la pelle appare più fresca grazie alla migliore idratazione del derma, quindi prima di ricorrere a costosissime creme e/o altrettanto costosi trattamenti di bellezza… cominciate a bere!
Se nel corso delle prossime vacanze estive avete intenzione di avventurarvi in montagna, sappiate che ad altitudini superiori ai 2500 metri aumentano la frequenza respiratoria e l’escrezione urinaria, quindi la perdita di acqua da parte dell’organismo con conseguente aumento del fabbisogno di acqua; inoltre non dimenticate che il fabbisogno di acqua aumenta in tutte le occasioni nel corso delle quali si registra un’ipersudorazione (attività fisica così come stati febbrili o climi caldi), lo stesso vale in casi di diarrea o vomito, durante la gravidanza e l’allattamento.
Il primo sintomo della disidratazione è la secchezza della bocca. Se lo stato di disidratazione aumenta si assiste a:
secchezza della pelle e delle mucose (comprese quelle dell’occhio)
comparsa di senso di affaticamento
mal di testa
arrossamento della pelle
crampi muscolari
perdita di appetito
intolleranza al calore
apatia
Ulteriore aggravamento della disidratazione determina:
vertigini, nausea e vomito, tachicardia
diminuzione del livello di attenzione e di concentrazione e sdoppiamento della visione, fino a perdita di conoscenza e rischio di coma
Uno stato di persistente disidratazione arriva alla compromissione sia delle capacità fisiche che di quelle mentali, aumenta il rischio di calcolosi renale, di insorgenza di tumori a carico dell’apparato urinario e del colon.
A conclusione di questa nostra chiacchierata non posso esimermi dal rimandare chi ha avuto la bontà e la pazienza di leggermi a questo testo:
Il diritto all’acqua (artt. 11 e 12 del Patto internazionale on Economic, Social and Cultural Rights) sui diritti economici, sociali e culturali)
“L’acqua è una risorsa naturale limitata e un bene pubblico fondamentale per la vita e la salute. Il diritto umano all’acqua è indispensabile per condurre una vita nella dignità umana. Si tratta di un prerequisito per la realizzazione di altri diritti umani. Il Comitato è stato confrontato continuamente con la negazione diffusa del diritto all’acqua in via di sviluppo e i paesi sviluppati. Oltre un miliardo di persone non hanno accesso a un approvvigionamento idrico di base, mentre diversi miliardi non hanno accesso a servizi igienici adeguati, che è la causa principale della contaminazione dell’acqua e le malattie legate all’acqua. 1 La contaminazione continua, l’esaurimento e la distribuzione ineguale delle acque sta aggravando esistenti povertà. Gli Stati parti devono adottare misure efficaci per la realizzazione, senza discriminazione, il diritto all’acqua, come indicato in questo commento generale.”
Il Consiglio Economico delle Nazioni Unite sancisce, dal 2002, che “l’acqua è una risorsa naturale limitata ma allo stesso tempo è anche un bene pubblico essenziale per la vita e la salute. Il diritto dell’uomo ad avere libero accesso all’acqua potabile è indispensabile per condurre una esistenza degna. L’acqua, la sua infrastruttura ed il suo servizio devono stare al servizio di tutti” e dal 1993 si celebra ogni anno in tutto il mondo una Giornata dedicata a questo bene così prezioso e fondamentale per la salute dell’umanità.
Sembra che l’acqua continui ad essere considerata un bene acquisito, quasi che fosse un diritto che non necessita di salvaguardia eppure i dati dicono tutt’altro: ogni giorno nel mondo ben trentamila persone muoiono perché non hanno accesso all’acqua potabile e la situazione potrà solo peggiorare se i governi, le istituzioni e tutti noi non ci impegneremo seriamente nella difesa di questo bene comune. A ribadire la necessità di questo impegno è stato il direttore generale della FAO, Jaques Diouf, proprio in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Acqua (lo scorso 22 marzo): secondo gli esperti delle Nazioni Unite “entro il 2025, i due terzi della popolazione mondiale vivranno in Paesi che soffriranno di scarsità delle risorse idriche” ed è necessario, quindi, impegnarsi immediatamente per “conservare, usare e preservare questo bene prezioso, la cui mancanza colpisce i più poveri”. Diouf non ha usato mezzi termini quando ha definito quella dell’acqua “la più grande sfida del Ventunesimo secolo”.
Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).
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Commenti
Giovanna Arrico
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Grazie Dottoressa, è riuscita a concentrare in un solo articolo “leggende metropolitane” e rischi veri per la salute dell’essere umano. Passo dopo passo riuscire a leggere articoli di questo tipo possa solo aiutare a conoscere meglio e nella fattispecie a risparmiare anche qualcosa in più per non acquistare se non in casi specifici e di necessità acque “firmate”.