Sono in arrivo le vacanze di Natale che, tra le altre cose, contemplano cene e pranzi ripetuti a breve distanza di tempo e caratterizzati da portate di “valenza straordinaria”, e per qualità e per quantità. Il rituale del festeggiamento prevede abbondanti libagioni che contemplano una scelta di alimenti piuttosto “robusti” dal punto di vista della composizione in nutrienti.
Visto che viviamo in un contesto sociale dove regna la malnutrizione da iperalimentazione, non ci possiamo permettere il “lusso” di rinnovare antichi rituali di festeggiamento che eccezionalmente prevedevano importanti libagioni, vista la quotidiana scarsità di alimenti a disposizione della più parte della popolazione.
Dovremmo staccare l’idea del festeggiamento dall’abbuffatona giustificata, cercando di ricondurre al significato intrinseco della festa: per chi è cristiano praticante il rinnovarsi della cristianità con tutti i valori cui è riconducibile, per chi vive in maniera laica invece come un momento dell’anno nel corso del quale il nucleo famigliare tende a riunirsi, a condividere rinnovando i valori laici della famiglia ed in ultimo, ma non da ultimo, non è da sottostimare chi vive nel e per il consumismo, tanto da dedicare questi giorni allo sperpero per il puro gusto di apparire e dimostrare “di essere all’altezza” di ciò che si ritiene indispensabile per sentirsi affermati in questo folle contesto sociale.
Quale che sia il significato che diamo alle prossime festività, non possiamo concederci il lusso di dimenticare la nostra salute. Durante i giorni di festa si è consolidata la tendenza, nonché cattiva ed ingiustificata abitudine, di ingerire cibi ipercalorici ed assolutamente squilibrati nei contenuti nutrizionali durante l’intero arco della giornata, trascurando invece alimenti fondamentali come frutta e verdura, bensì supportandoli con il consumo di bevande alcoliche spesso in grandi quantità.
Non è cosa grave per la nostra salute incorrere una tantum in un pranzo squilibrato ed inappropriato, in quanto un organismo sano tende a “riparare” fisiologicamente, d’altro canto un comportamento alimentare altrettanto sano spinge a cercare, nel corso del pasto successivo, alimenti poveri di calorie e ricchi di fibre quasi a “depurazione”. Certo è che il turbinio delle feste tra parenti e amici tende, al contrario, a lasciare spazio alle concessioni alimentari in maniera quasi compulsiva, come se le festività, per definizione, sdoganassero la componente trasgressiva inibita, tanto da spingerci, quasi forzatamente, ad ingerire oltre le nostre capacità metaboliche. Sarebbe bene ricondurre i cenoni ad un criterio di straordinarietà e non di consuetudine sdoganata dalla scusa dei festeggiamenti.
Se potessimo in qualche modo definire alcune regole su base concettuale a sostegno della salvaguardia della nostra salute, senza per questo costringerci nella gabbia della dieta ipocalorica, sicuramente cominceremmo con:
- fare riemergere il significato intrinseco che ognuno di noi assegna ai festeggiamenti
- considerare i vari cenoni quali eventi straordinari e non patenti di sdoganamento orientate alla conquista dell’abbuffata
- ascoltare il nostro stomaco che, una volta riempito, invia segnali precisi di sazietà al nostro cervello
- utilizzare alcune piccole regole comportamentali a sostegno della modulazione, ad esempio prima dei pasti straordinari potremmo bere due bei bicchieroni di acqua ed eventualmente mangiare un frutto a morsi al fine di non arrivare troppo affamati al desco; sicuramente nell’attesa della prima portata evitare di tuffarci nei fragranti grissini che immancabilmente troneggiano sulla tavola apparecchiata
Se ne abbiamo la possibilità cerchiamo di scegliere, tra le diverse portate proposte, quelle che ci sembrano cucinate in maniera più semplice e, come antipasti, prediligiamo le crudités, le insalate di mare accompagnate da succo di frutta, cercando di modulare il consumo di alcolici che non dissetano tanto quanto l’acqua e sicuramente non aiutano il processo digestivo, anzi lo rallentano.
I metodi di cottura privilegiati non contemplano l’utilizzo di oli e/o grassi di cottura, bensì prediligono la griglia e il vapore. Non dimentichiamo la frutta fresca che, se possibile, ci potrebbe aiutare evitando qualche portata di dolciumi. Evitiamo di riempirci il piatto due volte e cerchiamo, comunque, di servirci porzioni piccole assaggiando le diverse portate e programmandoci i pasti successivi limitandoli a frutta e/o verdura, magari accompagnati da un po’ di esercizio fisico (è sufficiente un po’ di cyclette).
I pranzi delle feste rappresentano in primis il piacere di stare insieme, di condividere al di là dell’abbuffata. Si cucinano con maggior attenzione quei piatti che nel corso dell’anno vengono un po’ bistrattati e/o che in qualche modo rappresentano la cultura del territorio. Risulta chiaro come la modulazione non vada ad intaccare il piacere, ma lo alimenti, quindi tenda ad avvalorarne il significato.
Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).