E dai, dillo, no? Tanto lo so che ti piacerebbe essere al mio posto. Anzi, non dirlo, lo vedo dal tuo sguardo che piacerebbe anche a te, farti le ragazzine. Venti donne a sera ballano per me se glielo chiedo. Se voglio gli tocco il culo, se mi va gli ordino di toccarsi fra loro, se ne ho voglia le faccio vestire da infermiere sexi, o tigri, o nude. Ridono alle mie barzellette, comprese quelle barzellette che non fanno ridere neanche me. Ed è questo che mi fa sentire potente: che gli altri si sentono obbligati a fare cose di cui non hanno voglia, se solo pensano che potrebbero piacermi. Bello, vero?
Vi scervellate per capire cosa significa “Bunga-Bunga” e quali perversioni si celino dietro queste parole. Ebbene, sono le stesse perversioni che avete voi, cari maschietti, ma a voi mancano i soldi per realizzarle. E a voi, care femminucce, mancano gambe e culi adatti. Ognuno di voi è invidioso a modo suo e lo capisco, ne avete tutte le ragioni, e finite per sperare in qualche magistrato che mi sbatta in galera. Oppure citate un articolo della Costituzione davanti alla tv, magari guardando una delle mie reti.
Emilio Fede che cerca di fare la cresta sui miei soldi in combutta con Lele Mora non mi dispiace. Dimostra che ce li ho, i soldi, e che Emilio Fede ne ha meno, molti meno di me. Io non ho bisogno di fare la cresta sullo stipendio di Emilio Fede. Lo pago quanto basta, e stop. Non sono stupido, non ho mai pensato che Fede potesse essere un mio amico. Emilio Fede è però un alleato della miglior specie, di quelli comprati, che operano per tornaconto e interesse. E l’interesse di Emilio Fede sono io. Non posso essere che io, oppure pensate che a La7 gli farebbero dirigere un telegiornale? Fede se mi lascia muore, per questo non mi abbandonerà mai.
Sono così potente da convincere gli elettori a eleggere rappresentanti impresentabili, come la mia ex igienista dentale. Un’altra delle mie scommesse vinte: sono riuscito a convincere i lombardi a votare la segretaria di un dentista, rifatta e con la metà del cervello di Ruby. Per questo ho detto che mi diverto, perché faccio quello che voglio e la maggioranza mi crede.
Li avete visti quelli del PD, con i cartelli sotto il Parlamento? In uno c’era scritto: “Mia figlia non te la do”. Una tristezza infinita. E io preparo il mio prossimo festino.
Io sono un porco come vorreste esserlo voi. Per questo continuate a votarmi, perché credete di riuscire a diventare, un giorno, una briciola di quello che sono io adesso.
Continuate a sperarci, che io nel frattempo diventerò presidente della Repubblica.
Saluti Bunga-Bunga,
S.B.
Saverio Tommasi è attore e autore di libri e spettacoli di teatro civile. Realizza inchieste video di taglio giornalistico, anche con telecamera nascosta.
Il suo pensatoio è http://www.saveriotommasi.it.