Facebook e la campagna contro il tumore al seno: frivolezza o semplicità del messaggio?
25-10-2010
di
Annalisa Strada
Ottobre è il mese dedicato all’informazione circa le modalità della prevenzione e della cura del tumore al seno. Su Facebook, il più frequentato e diffuso social network, è partita una divulgazione in limine tra spiritoso e ludico. Le donne hanno fatto rete scambiando tra amiche una lettera informativa che si concludeva con l’invito a pubblicare sul profilo una frase riferita al punto in cui, entrando in casa, si lascia la borsetta, ma formulata con quel tocco di ambiguità ammiccante destinata a sollecitare la maliziosa attenzione dei maschi: mi piace su… e il luogo preferito.
Dopo il primo giro di curiosità è scattata una sorta di indignata controffensiva in cui molti utenti, tra i quali un numero almeno apparentemente maggioritario di maschi, hanno stigmatizzato il giochetto tacciandolo di superficialità e adducendo a sostegno delle proprie argomentazioni più o meno strazianti testimonianze di donne malate. Il filo rosso che univa le fasi della controffensiva era un intrecciarsi di riprovazione per la scarsa serietà, condanna per la levità del tono, supponenza per la frivolezza della conclusione. Oggettivamente un tumore non è una cosa che sulle prima faccia venire gran voglia di ridere, anzi la fa passare. Ma mi resta comunque un dubbio: che prove ci sono che la serietà sia più efficace?
Un posto dove i tg della sera aprono con la morte tradotta in avanspettacolo, è davvero necessario essere compunti per dire a qualcuno di amare se stesso? Se la popolazione media è riflessa da persone che, intervistate per strada, non hanno alcuna proprietà di linguaggio e nessuna dimestichezza con la sintassi semplice, è davvero il caso di ricorrere ad argomentazioni seriose per fare divulgazione?
Se i personaggi più popolari sono quelli balzati all’onore delle cronache per scandali sessuali o manifesta incapacità, è il caso di condannare la superficialità come mezzo per convincere più persona e un passaggio di staffetta che consente di diffondere almeno la notizia che ottobre è il mese del tumore della mammella?
Certo, il quadro non è consolante, ma non è l’asserragliarsi nella turris eburnea che fa cambiare il mondo. Almeno, non in meglio.
Annalisa Strada (1969) si occupa di servizi editoriali e di promozione della lettura. Autrice di libri per bambini e ragazzi. Pubblica con San Paolo, Piemme, Ape Junior, Paoline, Città Aperta e Gabrielli Editori.