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Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Non ascoltate gli spot: l’alcol vi riduce così

17-11-2009

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La televisione italiana è la sola in Europa a permettere le pubblicità delle bevande alcoliche- Bassa autostima, timidezza, incapacità di affrontare il vivere sociale sono i problemi che invitano a scappare nell’ubriachezza. Le donne sopportano l’alcool quattro volte meno degli uomini, ma la tragedia finale è la stessa.

campariNel mondo occidentale l’alcool rappresenta la sostanza di abuso più diffusa ed utilizzata, meno criminalizzata e più reclamizzata, un cocktail (per stare in tema)  che porta a considerarla una delle piaghe più infette e dilaganti  che in qualche modo infestino la nostra società.

Pur essendo a tutti gli effetti una droga con potenti effetti ansiolitici e maleadattativi, pur procurando tolleranza e crisi di astinenza, pur essendo strettamente correlata ad episodi di violenza e/o di situazioni tragiche (vedi incidenti stradali, aggressioni), pur essendo certa la sua dinamica quale causa di una lunga serie di malattie (gastriti, ulcere gastriche, epatiti, tumori, cirrosi, infertilità, teratogenicità), l’alcool è alla facile portata di tutti a costi accessibili senza un sostegno cognitivo riferentesi alle reali problematiche che esso procura.

In realtà siamo immersi in una serie di immagini e di messaggi orientati ad aumentare il consumo di alcolici … lussuose e potenti automobili, isole incantate, belle donne e avvenenti giovanotti che sorseggiano da raffinati bicchieri ogni genere di “porcheria alcolica”,  il tutto con fare facilmente riconducibile nell’immaginario collettivo ad una gestualità altamente erotica.

pubblicit-vodkax birra

http://www.626foggia.com/articoli/notizie/alcol-e-lavoro-d.lgs-81-2008-e-normativa-previgente.html

http://www.mondobirra.org/pubblicita.htm

spritzLe nostre strade sono invase da enormi cartelloni pubblicitari che reclamizzano superalcolici legando il loro consumo alla possibilità di “entrare in un mondo fantastico”, prevalendo così la proposizione estetica ed accattivante.  La pubblicità televisiva aggiunge all’immagine anche il suono che facilita ulteriormente l’assorbimento del messaggio lesivo e deviante. incidente.stradale

La nostra stessa cultura riferisce l’utilizzo dell’alcool ad una sorta di rituale di iniziazione all’età adulta, lo stesso gesto del bere nell’immaginario collettivo viene legato ad espressioni di socializzazione, i luoghi del bere associati all’incontro e alla solidarietà.

Esiste, invece, una diversa realtà che parla di imprecisione di manovre anche semplici, di sopravvalutazioni delle proprie capacità di guida, di riduzione dei riflessi e di perdita del potere di valutazione critica della realtà. Ecco quindi le drammatiche immagini delle “stragi del sabato sera”. Ecco una realtà che parla di pancreatici acute, di ematemesi, di tachicardie parossistiche, di delirium tremens, di episodi di coma.(1)

drunk_aniBen diverse da quelle proposte dai media sono le espressioni, i volti, gli sguardi di chi abusa di sostanze alcoliche  … sguardi spenti, volti segnati, gestualità inadeguata, eloquio confuso e confusivo … dolore, solitudine, violenza!alcool_fumetto

L’alcool ha una lunga storia d’uso come sostanza ricreativa, come sigillo cerimoniale sia in ambito religioso che laico. Sembra inoltre che alcuni tipi di lavoro caratterizzati da grande fatica fisica e scarsa valorizzazione  e gratificazione,  alcuni contesti sociali chiusi, monotoni, poco stimolanti e pervasi da alcuni pregiudizi che considerano le sostanze alcoliche dotate di qualità energetiche e protettive ne favoriscano la predisposizione al consumo.

Parecchi studi svolti al fine di stabilire le cause che spingono all’uso-abuso di sostanze alcoliche pongono in relazione il soggetto con tale predisposizione alla condizione di figlio di genitore etilista, anche se parlare di predisposizione geneticamente determinata risulta essere a tutt’oggi azzardata, in quanto più che la struttura genetica sembrano influire le condizioni ambientali favorenti un precoce avvicinamento alla sostanza di abuso.

bande di bulliI disturbi affettivi risultano essere spesso correlati all’alcolismo, ad esempio la depressione (che comunque si propone quale inevitabile conseguenza dell’abuso di alcolici) può rappresentare un potente induttore, in quanto il meccanismo primario della sostanza che tende a disinibire può procurare un immediato sollievo ed un mezzo per affrontare il sociale. L’effetto positivo immediato viene poi seguito da uno stato di malessere e di esacerbazione della depressione che assume le connotazioni della “giusta” punizione.

Lo stesso vale per l’ansia mal gestita che in molti casi agisce quale induttore dell’utilizzo di sostanze alcoliche possedendo esse, almeno in prima istanza, una potente azione sedativa, conseguentemente il sollievo risulta immediato seppur apparente e transitorio.

Le personalità caratterizzate da comportamenti altamente antisociali tendono ad utilizzare l’alcool e ad abusarne per identificarsi in un modello di vita caratterizzato da comportamenti riferibili alla rissosità, alla promiscuità, all’aggregazione in bande. All’osservazione generalizzata, in quanto la valutazione specifica non sempre depone a favore di questa ipotesi, parrebbe che  questi individui  ereditassero la predisposizione al disturbo antisociale dall’ambiente famigliare. (Immagine: http://blog.panorama.it/italia/?tag=bullismo )

Anche la timidezza, l’introversione, il senso di inadeguatezza, la bassa autostima possono rappresentare punti di partenza, in quanto la disinibizione e la primaria spinta aggregativa  sembrano contrastare le difficoltà di base, peccato che poi il senso di inadeguatezza e l’isolamento aumentino a dismisura nella fase successiva.

Spesso ci si ritrova dinanzi a famiglie dominate dall’uso-abuso di alcolici, sino al franco alcolismo di uno o di entrambi i genitori, più o meno evidenti e/o evidenziabili.  In questi casi si è osservato un altrettanto frequente disadattamento dei figli che tendenzialmente possono esprimere anche problemi di identificazione e di socializzazione ripetendo gli schemi consueti rientranti nella dinamica famigliare.

Casi clinici esprimentesi attraverso disturbi della propria immagine corporea sino a debordare in sindromi autolesive spesso nascondono l’alcolismo di uno dei genitori. Un alcolismo negato e/o associato alla co-dipendenza del compagno/a può agire sui figli quale induttore alla consuetudine maleadattativa oppure all’instaurarsi di una sindrome ossessiva dominata dal controllo intrapersonale a riparazione del comportamento genitoriale tutt’altro che controllato: mi è capitato più volte di scovare negli anfratti di sindromi anoressiche un genitore alcolista.

L’alcool è da considerarsi una droga ad effetto sedativo in quanto all’assunzione il primo effetto evidenziabile è l’ansiolisi che determina rilassatezza, benessere, miglioramento del tono dell’umore sino all’euforia, solo secondariamente gli effetti assumono diverse connotazioni sino alla perdita della coordinazione motoria e a distorsioni del sistema percettivo, il tutto in relazione alla quantità di sostanza assunta , alle modalità di assunzione e alla tipologia del soggetto in esame.

L’organismo può mettere in atto alcune manifestazioni adattative quali il vomito atto a ridurre la quantità di sostanza, tale difesa, però può divenire causa di morte per soffocamento in casi di vomito associato a stato di  incoscienza indotto da dosi molto elevate di alcool.

L’abuso provoca un aumento nel sangue di un enzima epatico (gamma-GT (2))  che già dopo un mese si presenta, alla valutazione, alterato, così come aumenta il valore globulare medio.

L’etanolo ingerito viene assorbito molto rapidamente, passa nel torrente ematico e si concentra prevalentemente nei distretti maggiormente vascolarizzati, tipo sistema nervoso centrale (ecco perché gli effetti immediati sono a carico di tale apparato), fegato, reni e cuore. La rapidità di passaggio è da porre in relazione con la concentrazione alcolica, quindi l’assunzione di una stessa quantità frazionata in più dosi, oppure a stomaco pieno, determina un picco inferiore ed una normalizzazione dello status organico più rapida. Se in associazione vengono assunti farmaci (tranquillanti, stimolanti, antistaminici, antidolorifici) o altre droghe l’effetto si amplifica in maniera imprevedibile (sinergismo d’azione 3).

Il metabolismo si svolge per una percentuale del 90-95% nel fegato, ecco perché tale organo risulta essere quello maggiormente esposto agli effetti dei prodotti tossici derivanti dalla degradazione dell’alcool, inoltre nella donna sia per la minore capacità di assorbimento a livello gastrico (4 volte inferiore a quello maschile) , sia per via della composizione del corpo femminile contenente più grassi e meno fluidi rispetto a quello maschile  consegue una maggiore immissione in circolo della sostanza e quindi effetti molto più rapidi e duraturi (per quanto riguarda il danno acuto la donna si ubriaca molto più facilmente, mentre a livello cronico sviluppa  precocemente patologie epatiche gravi).

Nel processo metabolico dell’etanolo si osservano modificazioni funzionali che vanno a coinvolgere:

  1. il metabolismo lipidico con conseguente ipertrigliceridemia, dislipoproteinemia, deposito di trigliceridi nel fegato  (steatosi)
  2. il metabolismo glucidico a livello epatico con inibizione del processo di sintesi del glucosio e il suo deposito sotto forma di glicogeno (4) e attiva il processo di demolizione del glicogeno tendendo ad esaurire le scorte glucidiche ostacolandone inoltre la loro reintegrazione
  3. l’equilibrio acido-base in  corso di intossicazione etilica viene ad essere compromesso in quanto viene favorita la produzione e l’aumento di composti acidi (corpi chetonici ed acido lattico) che, non essendo eliminabili per via respiratoria, possono causare un abbassamento del ph del sangue (acidosi metabolica caratterizzata dal punto di vista sintomatologico da: malessere, profonda stanchezza, cefalea, dolori addominali, nausea, vomito ed alterazioni respiratorie tese a compensare l’abbassamento del ph) . La condizione di acidosi metabolica si associa ad un’inibizione dell’eliminazione dell’acido urico responsabile di attacchi gottosi molto frequenti nel bevitore cronico.

La chetoacidosi associata al digiuno e all’alimentazione carente di glicidi possono portare il soggetto  dallo stupore alcolico al coma e alla morte.

Il fegato rappresenta sicuramente l’organo principe per quanto riguarda i danni conseguenti la cronica assunzione di alcool, ma non si possono sottovalutare i danni allo stomaco (gastriti, emorragie, ulcere, carcinomi), al sistema nervoso periferico (neuropatie), al pancreas (pancreatici acute) e non ultimi i disturbi psichici (depressione, alterazioni delle capacità di giudizio, di autocontrollo, di coordinazione, deliri).

L’intossicazione acuta da alcool (5) è da considerarsi un’emergenza specifica e corrisponde allo stato di ubriachezza che consegue l’ingestione in breve tempo di una certa quantità di sostanza, la gravità della manifestazioni cliniche sono da porre in relazione alla tipologia del bevitore e al tipo di bevanda consumata.

Dipendono dall’individuo:

–         il grado di tolleranza

–         la contemporanea assunzione di psicofarmaci

–         lo stato di ripienezza dello stomaco

–         la motilità e l’assorbimento del tratto gastroenterico

Dipendono dall’alcool:

–         il tipo di bevanda

–         la quantità di bevande assunte

Correlazione tra alcolemia ed effetti clinici

Classificazione alcolemia g/l Effetti
Stato infraclinico

0,2

0,4

0,5

0,7

0,9

tendenza a guidare l’auto in modo più rischioso

diminuzione e rallentamento delle capacità di elaborazione mentale delle percezioni

rallentamento della facoltà visiva laterale

forte prolungamento dei tempi di reazione

incapacità di adattamento all’oscurità, compromissione della valutazione di percezioni visive simultanee

Stato di ebbrezza

1

segni clinici: euforia, iniziali disturbi psicomotori evidenti nella  maggior parte delle persone
Stato di ubriachezza

1,1-1,9

evidente nello 80-90% delle persone
Ubriachezza profonda

2,0-2,9

confusione mentale, delirio, allucinazioni
Alcolemia mortale

3,0-5,0

la soglia varia da individuo ad individuo

L’intossicazione alcolica, secondo il DSM IV (6)  viene inquadrata come segue:

A) recente ingestione di alcool

B) comportamento maladattativo clinicamente significativo o modificazioni psicologiche (per es. comportamento sessuale o aggressivo inappropriato, labilità d’umore, deficit delle capacità critiche, compromissione del funzionamento sociale o lavorativo) che si sviluppano durante, o poco dopo, l’ingestione alcolica.

C) Uno (o più) dei segni seguenti, che si sviluppano durante, o poco dopo, l’assunzione di alcool:

1) pronuncia indistinta

2) in coordinazione

3) marcia instabile

4) nistagmo

5) deficit di attenzione o di memoria

6) stupor o coma

D) i sintomi non sono dovuti a una condizione medica generale, e non possono essere meglio spiegati con un altro disturbo mentale

Il Paziente in preda ad intossicazione alcolica acuta tende a dormire per effetto depressivo dell’alcool, al risveglio presenta la sindrome post-sbornia (hangover) caratterizzata da:

–         ipereccitabilità

–         confusione

–         astenia, adinamia

–         tremori, cefalea, palpitazioni, nausea associata o meno a vomito

L’assunzione prolungata di alcool determina dipendenza, in effetti i neuroni coinvolti nell’azione tossicologica acuta si adattano dal punto di vista del loro equilibrio biochimico  per potere mantenere il loro funzionamento anche in presenza dell’agente tossico. Dal punto di vista comportamentale la dipendenza si esprime con la ricerca impulsiva della sostanza (craving)  e con la sindrome da Astinenza alcolica.

La sindrome d’astinenza da alcool (S.A.A.) è quella situazione determinata dalla brusca riduzione e/o sospensione dell’utilizzo della sostanza alcolica da parte di un alcolista cronico, comporta una ipereccitabilità del sistema nervoso centrale causata dalla rapida caduta del tasso alcolemico.

Dal punto di vista sintomatologico si passa dalla sindrome d’astinenza minore caratterizzata da tremori alle mani e alla lingua, nausea, sudorazione, astenia, irritabilità, ansia, insonnia all’allucinosi alcolica che presenta anche allucinazioni uditive e visive, sino al Delirium tremens caratterizzato da: insonnia, agitazione psicomotoria, tremori, disorientamento spazio-temporale, allucinazioni visive ed uditive terrificanti, convulsioni tonico-cloniche in tutto simili a quelle epilettiche.

Compare al massimo dopo 2 giorni dalla sospensione e dura in genere dai 3 ai 5 giorni, tutto sommato è relativamente rara in quanto compare nel 5-10 % degli alcolisti e può portare anche a morte soprattutto se insorgono complicanze, è da porre inoltre in relazione all’età del Paziente, alla precocità dell’intervento terapeutico e dalla presenza di altre patologie acute.

Quale causa della S.A.A. si fa riferimento ad un’ipereccitabilità del sistema nervoso centrale conseguente ad alterazioni del metabolismo del calcio e quindi della neurotrasmissione (7).

La brusca sospensione del potus  sembra indurre un aumento della concentrazione del calcio all’interno delle cellule nervose con conseguente liberazione a livello sinaptico di aspartato e glutammato, trasmettitori eccitatori.

L’accumulo di calcio determina una maggior attività eccitatoria supportata anche dalla riduzione contemporanea dell’attività del sistema GABAergico, di quello serotoninergico ed un’ipertonia adrenergica (aumento della dopamina plasmatica).

A tutto questo si può aggiungere un deficit di alcuni minerali plasmatici come il calcio, il magnesio, il fosfato inorganico ed il potassio ed una compromissione della condizione muscolare (miopatia scheletrica con conseguenti convulsioni, aumento del CPK plasmatico).

In corso di S.A.A. si possono rilevare le seguenti alterazioni laboratoristiche:

–         aumento di azotemia, sodiemia, osmolarità plasmatici e proteinemia

–         diminuzione di glicemia, potassiemia, magnesiemia e fosfatemia

Il DSm IV (6) descrive come di seguito la Sdr. da Astinenza alcolica:

A) Cessazione di (o riduzione di) un uso di alcool che è stato pesante e prolungato.

B) Due (o più) dei seguenti sintomi, che si sviluppano in un periodo variabile da alcune ore ad alcuni giorni dopo che è risultato soddisfatto  il Criterio A:

1) iperattività del sistema nervoso autonomo (per es. sudorazione o frequenza del polso maggiore di 100)

2) aumentato tremore delle mani

3) insonnia

4) nausea e vomito

5) allucinazioni o illusioni visive, tattili o uditive transitorie

6) agitazione psicomotoria

7) ansia

8) crisi di grande male

C) i sintomi del Criterio B causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

D) I sintomi non sono dovuti a una condizione medica generale e non sono meglio spiegati con un altro disturbo mentale.

Risulta molto utile in fase di valutazione del Paziente specificare se ci si trovi dinanzi ad alterazioni percettive: questa specificazione dovrebbe essere annotata quando si manifestano allucinazioni con test di realtà integro, oppure illusioni uditive, visive o tattili in assenza di un delirium. Se tale test di realtà si presenta integro significa che il soggetto è consapevole che le allucinazioni sono indotte dalla sostanza e non rappresentano una realtà esterna. Quando le allucinazioni si verificano in assenza di un test di realtà integro, dovrebbe essere presa in considerazione una diagnosi di Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze, con Allucinazioni.

Il ruolo dell’alcool nella società moderna si basa su 3 fattori determinanti ed interagenti:

1) le sue caratteristiche valutabili sia dal punto di vista organolettico che sintomatologico

2) la sua disponibilità sia dal punto di vista del costo che della facile reperibilità in situazioni di tutta legalità ed accessibilità da parte di tutte le fasce della popolazione

3) l’atteggiamento della società nei suoi confronti partendo dal permissivismo europeo sino ad arrivare all’ostracismo mostrato dai Paesi di cultura  musulmana.

I diversi contesti sociali nel corso dei secoli hanno ampiamente modificato il significato e l’uso dell’alcool:

partendo dall’uso esclusivo riservato ai sacerdoti in epoche che si  perdono nella notte dei tempi, quando ancora la produzione di sostanze alcoliche era particolarmente impegnativa vista la mancanza di conoscenze e di tecniche (non si disponeva, ad es. di recipienti atti a conservarlo); quando ancora le sue qualità eccitanti ed euforizzanti venivano considerate magiche e soprannaturali

http://www.tusciaromana.info/3Cultura/c_noi_gio_rasenna.htm

http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/3279/verona-mostra-ceramiche-dalla-puglia-antica/

Si arriva al 4000 A.C. che porta alla scoperta della ceramica e conseguentemente al mezzo per conservarlo più facilmente; la diffusione si espande alla popolazione anche se l’uso rimane circoscritto alle cerimonie

http://agricolturaonweb.imagelinenetwork.com/agripiazza/maor-e-paolina-tornano-nei-vigneti-trentini-08355.cfm

Con la diffusione della coltivazione della vite (soprattutto nelle aree del Mediterraneo) l’alcol comincia ad essere utilizzato anche per scopi nutrizionali; è proprio in questa fase che si evidenzia un’ altra caratteristica della sostanza, ossia la sua capacità di dare tolleranza ed assuefazione con conseguenti disturbi psico-fisici.  Già in civiltà antiche, quali quella Greca o Romana si evidenziano casi di alcoolismo (vedi le testimonianze di vari filosofi quali Ateneo, Ovidio, Senofonte che non facevano distinzione tra ubriachezza e follia). Ai romani spetta il primo approccio terapeutico attraverso l’utilizzo di vermi introdotti nel vino al fine di procurare disgusto nel bevitore.

Con l’industrializzazione dei processi di fabbricazione e con l’immissione sul mercato dei superalcolici la diffusione ha preso il volo; diffusione supportata da una propaganda su larga scala, visti i forti introiti provenienti dalla vendita di questi prodotti.

http://www.encod.org/info/BOLLETTINO-ENCOD-28.html

Lo stesso proibizionismo vigente negli Stati Uniti nei primi decenni del secolo scorso ha abbondantemente alimentato la spinta verso l’utilizzo degli alcolici, questo da una parte perché i produttori e gli spacciatori ricavandone forti introiti avevano sviluppato ampie capacità induttive e dall’altro perché nella dinamica del proibizionismo stesso si esacerba il desiderio trasgressivo del consumatore.

A tutt’oggi il ruolo sociale del vino e/o dei superalcolici, pur avendo perso (almeno nel mondo Occidentale) la connotazione di integratore alimentare, riveste un significato ricchissimo quale mezzo aggregatore, ansiolitico, disinibente ed inoltre, proprio per questa nuova connotazione assunta ed “imposta” dai mezzi di informazione si sta diffondendo a macchia d’olio a classi prima esenti (vedi giovanissimi e donne). I mass media, dotati di altissimo ed incontrollabile potere persuasivo ed invasivo, oltre alla pubblicità diretta dei prodotti a contenuto alcolico (tutto sommato questo sembra rappresentare il danno minore, in quanto proposto relativamente in maniera chiara, al di là delle immagine passibili di errata interpretazione), tendono a proporre un modello sociale, una condizione umana talmente al limite della nevroticità scompensata da rendere un mito l’angoscia del vivere. Un’angoscia vitale quale substrato esistenziale divenuta parte essenziale di una corrente intellettuale dominante sia in ambito letterario che artistico in genere.

Note:

  1. Franco Aguglia – Cattedra di Medicina d’Urgenza – Università “La Sapienza” di Roma – Introduzione di “Le emergenze in corso di alcolismo cronico”  – Ed. Scientifiche Biomedica Foscama 1991
  2. La gamma-GT o gamma-glutamiltranspeptidasi è enzima che promuove il trasferimento del gruppo chimico gammaglutamilico dal glutatione ad altri aminoacidi. É localizzato nel fegato, comprese le vie biliari, e  in altri tessuti (intestino tenue, milza, pancreas e reni). Incrementi dell’enzima rilevano  in corso di colestasi, di somministrazione di alcuni farmaci quali ad esempio la difenilidantoina, i barbiturici,  inoltre pare essere particolarmente sensibile all’azione dell’alcol di cui rileva la epatotossicità. Pur essendo considerato un indicatore di malattia a carico del fegato, va ricordato che la sua specificità non è assoluta in quanto si riscontrano aumenti della   gamma-GT anche in corso di malattie renali, pancreatiche, polmonari e metaboliche (diabete mellito).
  3. Sinergismo:  azione congiunta di agenti tale da procurare un effetto combinato maggiore di quello che si potrebbe ottenere dalla somma algebrica dei loro singoli effetti
  1. 4. Il glucosio si accumula sotto forma di glicogeno
  2. 7. la neurotrasmissione sinaptica è la trasmissione di un impulso nervoso attraverso la giunzione (sinapsi) che si stabilisce tra due neuroni (cellule nervose); nelle sinapsi non esiste continuità, ma solo contiguità fra gli elementi che vi partecipano; la sostanza intercalata ha la funzione di membrana e pertanto è capace di presentare processi di polarizzazione (eccitazione) e depolarizzazione (inibizione) ( indica la scaricarsi della polarizzazione delle membrane biologiche cui è dovuta la corrente d’azione che accompagna il processo di eccitamento cellulare); la sinapsi interviene direttamente nel condizionare o meno la propagazione dell’impulso nervoso.
  1. “Le emergenze in corso di alcolismo cronico” – G.Bertazzoni, M.Ceccanti –Ed. Scientifiche Biomedica Foscama , Roma 1991
  2. DSM IV – Ed. Masson – 1999
Luisa BarbieriLaureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati. Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico. Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).
 

Commenti

  1. Giovanna Arrico

    E\’demotivante vedere in giro per la strada ragazzi e ragazze che ad ogni ora del giorno e credo a questo punto della notte attaccati ad una bottiglia di birra,di vino o similare,davanti al banco di un bar per far passare una serata a \"sentire\",provare \"cicchetti\" vari per vedere quanto si regge.Questo è il gioco che ho sentito va di moda ultimamente,quindi il bere non solo per sfuggire alla depressione,ma giustamente come detto per far vedere la propria resistenza fisica,come se da quello dipendesse la capacità di relazione e di riuscita nella vita.Credo che ci siano pochi stimoli al di fuori di tutto questo,credo che ci sia troppa demotivazione dietro a questi atteggiamenti…i giovani,e i giovani di una volta sconfiggono a modo loro la solitudine che hanno dentro,la voglia di fare che avrebbero ma che diversa da tutti non riescono a tirare fuori,non riescono a liberare…Il problema sociale è forte,è sentito,ma non si riesce a capire che oltre a quella bottiglia non c\’è altro che voglia,a questo punto,di autodistruggersi.Perchè quindi continuare con spot,con video,con foto…e perchè invece non dare esempi,incentivare l\’essere umano ad entrare nella società in punta di piedi,ma attivamente per far qualche cosa di concreto per sè e per gli altri.Tutti parliamo di problemi,bene,iniziamo a fare qualcosa per tutto ciò o preferiamo fermarci a leggere articoli,dire che tanto non mi riguarda,o che si conosce qualcuno con quel problema e fare \"spallucce\"solo perchè non coinvolti direttamente.Questo è il primo atteggiamento per non vedere il problema ed essere proprio coinvolto forse nel problema stesso.

  2. In certi contesti la partenza per la strada alcoolica è addirittura precedente all’adolescenza, momento nel quale la bottiglia funge da appartenenza, da chiave per l’ ingresso nel “branco” (è di questo che dobbiamo parlare, non di un gruppo dove si accede in modo libero, nel branco invece vi sono riti di passaggio e attitudini da mantenere..), in certi contesti si può partire dalla preadolescenza, con un bicchiere di vino dato ai figlioletti maschi per far “sangue” o perchè è da “uomini”. Tornando al “branco” l’ attitudine è una feroce arma a doppio taglio: da un lato dà al/alla ragazzo/a l’ illusione di esser accettato/a, di essere in gamba e apprezzato/a, dall’ altro la presunta chiave d’ accesso sociale è una chiave d\’ uscita sociale, quando si cerca di essere più brillanti o piacevoli per gli altri o le altre, in realtà si rovinano le relazioni, imbruttendo il carattere e nascondendo la propria identità che dovrebbe essere invece l’ unica credenziale da presentare. La nostra società occidentale, sempre più basata sull’ edonismo, non può che proporre modelli aderenti a una visione gloriosa dell’ alcool , tramite tutti i media possibili, ma che dire del leggendario assenzio, celebrato dai poeti maledetti in periodi privi di tv o di mezzi mediatici radicati? Una dipendenza di questo tipo, causa di danni ben più gravi rispetto a quelli delle droghe leggere non viene considerata come tale generalmente, tranne per scadere nell’ altro eccesso, quando il cosidetto “ubriacone” abituale diviene paria assoluto. Le idee protezionistiche non hanno mai retto alle prove storiche e una impostazione alla responsabilità da parte dei gestori rispetto allo stato, età o condizione dei potenziali clienti non ha cittadinaza in Italia (dove in nome di 3 euro in più, si possono trasgredire tutte le possibili ordinanze di “contenimento” alcoolico), ragione per la quale non si tratta di vie percorribili con successo, l’ unica strada è quella di affrontare i propri demoni e chiedere aiuto, se necessario, ognuno ha bisogno di una mano prima o poi nel corso di una vita, non esistono i Superman o le Wonder Woman del resto. Il punto è che dobbiamo capire e scegliere cosa vogliamo: metterci in gioco e non fare della bottiglia un rito, bensì influire su ciò che ci circonda, dove molti potrebbero avere più \"motivi\" di noi per voler ubriacarsi, lì potremmo suggerire altre soluzioni e dare sostegno concreto o diventare eremiti e abbattere il nostro volo, per una presunta gratificazione….ricerca del domani o del Limbo è necessario il tempo per intenderlo, ma poi possiamo scegliere, prima di precipitare…

  3. Silvia Piazzi

    bello! O meglio interessante e delucidante di molti aspetti. Non sapevo infatti, che alcune patologie di bamini nascondessero un genitore alcolista!

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