È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
I valsusini hanno un valido motivo in più per essere arrabbiati e con i politici e con la stampa: domenica 3 luglio una grande manifestazione di protesta contro la costruzione della tratta Torino-Lione ad alta velocità è stata raccontata e commentata come una sorta di rivolta guidata da fantomatici black bloc (??).
I valsusini in realtà, pur giunti all’esasperazione dopo 20 anni di proteste, hanno voluto per l’ennesima volta chiedere alle Istituzioni di essere ascoltati, hanno chiamato a raccolta l’Italia intera a sostegno delle motivazioni contrarie alla costruzione della tratta ferroviaria. Motivazioni che vanno ben oltre la destrutturazione della loro splendida valle, pare che vi siano seri rischi per la salute pubblica, in quanto la montagna che dovrebbe essere sventrata per fare spazio al tunnel ferroviario contiene amianto e uranio. I costi di quest’opera faraonica, si parla di 22 miliardi di euro, dei quali solamente in minima parte e a condizioni difficili da sostenere verrebbero finanziati dall’Unione Europea, graverebbero in modo spropositato sulle spalle di tutti i cittadini italiani, già così vessati da un’economia in ginocchio. La linea ferroviaria già presente, secondo il parere dei valsusini, è sottoutilizzata, inoltre le proiezione circa i trasporti internazionali indicano una futura riduzione del traffico, quindi sarebbe ingiustificato anche da questo punto di vista l’avvio dei lavori.
Malgrado ieri mattina già alle 8:00 l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia fosse chiusa e sul display si leggesse “chiusa causa manifestazione” (mentre qualche ora più tardi venivano diramate informazioni riferentesi ad ipotetici lanci di sassi contro le forze dell’ordine quale causa della chiusura della tratta autostradale), il flusso di persone verso Chiomonte era un fiume in piena, ma, come oramai tristemente consueto, la conta dei partecipanti da parte della questura (7000 persone) e degli organizzatori (50-60mila persone) non collima. Io posso solamente dire che, visto dall’alto, l’afflusso aveva dell’incredibile, tanto era enorme: due cortei, quelli provenienti da Chiomonte e da Exilles si sono uniti sul Ponte della Dora per poi dirigersi verso la centrale elettrica della Maddalena ove si trova il cantiere e dove erano assiepate le forze dell’ordine in assetto anti-sommossa. Un terzo corteo partente da Giaglione ha aggirato il primo dei blocchi della polizia ed è risalito attraverso i boschi, seguiti da un elicottero a volo basso.
Il corteo è partito alle 10:00 in un clima disteso e carico di aspettative, sicuramente lontane da ciò che è poi accaduto, in quanto non trapelava nessuna intenzione bellicosa, al contrario gli organizzatori non si stancavano di esortare alla calma attraverso i loro megafoni insistendo sulle reali motivazioni che spingevano alla protesta. I bambini sfilavano nelle prime file, tra striscioni e palloncini colorati.
Anche noi, che eravamo sul posto per documentare l’evento con le nostre videocamere, siamo stati coinvolti dall’entusiasmo che inondava il corteo: ci si guardava intorno e c’era gente a perdita d’occhio, gente che desiderava solamente supportare una protesta che sta coinvolgendo tutto il Paese, sicuramente non delinquenti, come invece è stato detto qualche ora dopo nel corso dei notiziari dai vari politici interpellati e che, con la consueta arroganza, sembra non riescano a prestare un minimo di attenzione alle richieste dei cittadini.
Ci siamo avventurati nei boschi ove si stavano assiepando coloro che arrivavano da Giaglione e che dal bosco intendevano contrastare il cantiere, anche lì, a mio avviso, nessun black bloc, qualche ragazzotto un po’ agitato c’era, ma più che altro ciò che si è percepito ad un certo punto era paura, in quanto è cominciata a circolare una voce inquietante circa la presenza di un corpo speciale dell’esercito, di cui poi non si è più avuto notizia, appostato nei sentieri per contrastare l’afflusso di cittadini alla zona nevralgica. Verso mezzogiorno abbiamo sentito la carica della polizia e subito dopo una scarica di lacrimogeni che venivano sparati ad altezza d’uomo e che hanno inondato i sentieri del bosco creandoci non pochi problemi di respirazione.
Senza la maschera era impossibile avvicinarsi al luogo dove avevano preso avvio gli scontri, dal bosco invaso dai gas lacrimogeni si percepiva paura ed impotenza, oltre che il rumore delle ripetute cariche delle forze dell’ordine. Visto che non riuscivamo ad avvicinarci tanto da vedere chiaramente ciò che stava accadendo, abbiamo raccolto testimonianze che ci hanno raccontato come la “riconquista” del presidio NoTav vicino all’area dei cantieri, sgomberato violentemente dalla polizia lunedì scorso, avesse istigato la carica della polizia. Un collega cameramen, con esperienza militare, continuava a ripetere che il rumore degli spari non erano solo da lancio di gas lacrimogeni, sembravano spari di proiettili di gomma.
Ci siamo poi diretti verso il cantiere dalla parte della strada provinciale per tentare di documentare ciò che stava accadendo ed abbiamo trovato una situazione surreale: il lancio dei lacrimogeni era serrato e assolutamente spropositato alla situazione, noi stessi siamo stati sfiorati da un lancio davvero ad altezza d’uomo, tanto da dovere fuggire a gambe levate prede dell’azione urticarioide procurata dal gas. Era il caos: chi ci raccontava che era stato colpito, chi diceva che parecchie persone erano ferite anche in maniera grave (si è poi scoperto che il numero dei feriti superava le 200 persone), chi piangeva preoccupato per la sorte di parenti e amici posizionati nelle prime file dinanzi alla postazione d’assedio, chi inveiva sia contro i politici, tanto impegnati a conservare il potere quanto distratti dai problemi reali della gente, sia contro i giornalisti che a loro parere stavano mostrando la protesta usando un atteggiamento manipolativo e fazioso, al di là di ogni correttezza informativa.
La gente è davvero stanchissima, sia di non essere ascoltata, sia di subire angherie in nome di un profitto per pochi a discapito dell’interesse dell’intera Comunità. In effetti non posso nascondere l’indignazione dinanzi all’informazione odierna da parte dei media generalisti, in quanto non la si può certo considerare scevra da un atteggiamento comunque poco chiaro. I titoli dei quotidiani puntano sulla violenza espressa dai manifestanti, facendo come sempre riferimento a questi fantomatici black bloc onnipresenti, i manifestanti sono scomparsi nel racconto fantascientifico di una guerriglia più indotta che voluta. La violenza coercitiva espressa dai responsabili dell’ordine pubblico cui i valsusini hanno recapitato un documento carico di speranza che avrebbe voluto sensibilizzarne la coscienza, si è trasformata in un’azione di difesa. Non mi pare di avere, invece, letto/sentito nulla in riferimento alle motivazioni che hanno spinto migliaia di persone a sfilare in Val di Susa, mentre, credo, il nodo da sciogliere è proprio questo: ascoltare la gente posizionandola in un ruolo di potere rispetto alla propria esistenza.
Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).
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Commenti
Alesandra Consolaro
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da leggere e da vedere quando sarai tornata per fartene un’idea…
Giovanna Arrico
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Una manifestazione tra le tante, oserei dire, una manifestazione di cui si è parlato pochissimo in alcuni termini, quelli più importanti, spese economiche, danno alla natura e all’uomo, per dare spazio alle solite notizie più cercate, ovvero manifestanti agitati, black blok, termine considerato poi inventato, e poco risalto a quello che la gente di tutta Italia radunata ha provato a chiedere. Direi che oramai le nostre manifestazioni seguono lo stesso filo logico per i media e per i tanti…siamo sempre i soliti sovversivi…ma non stiamo esageramdo con questi giudizi? Non si riesce proprio a capire che le persone sono stanche di questi soldi buttati al vento, di queste leggi che non dicono nulla se non proteggere i già protetti…per fortuna che ci sono ancora persone che credono nella giustizia, che la dimostrano e la mostrano, saremo pochi, forse…ma intanto noi siamo veri.