«Auspico che il consigliere Pennisi, dopo aver dato dimissioni da presidente della Commissione urbanistica, dia le dimissioni anche da tutti gli incarichi comunali o collegati al Comune». In questo modo il sindaco di Milano Letizia Moratti ha preso nettamente le distanze da Camillo “Milko” Pennisi, arrestato giovedì 11 febbraio, subito dopo aver incassato la rata di 5.000 euro di una tangente da 10mila. Venerdì mattina Pennisi si è dimesso da presidente della commissione urbanistica di Palazzo Marino, ma non da consigliere comunale. Anche il coordinatore lombardo del Pdl, Guido Podestà, non ha escluso che Pennisi possa essere sospeso dal partito. “Certi comportamenti patologici devono essere eliminati e allontanati dalla politica”
“Fusse che fusse la vorta bbona”, diceva Nino Manfredi in un celebre tormentone di Canzonissima 1959-60. Forse è la volta buona che anche in Italia venga messo da parte quel sistema perdonatorio che, al contrario di una democrazia efficiente e trasparente, premia corruzione, insipienza e clientele ed è alla base della crescente disistima della gente comune per la politica.
Nel 2007 ho girato l’Europa sulle tracce della buona politica (ne è scaturito un libro, “Voglia di cambiare”, ed. Chiarelettere, www.chiarelettere.it). La mia permanenza a Stoccolma, dovuta a capire come mai hanno quasi azzerato i morti sul lavoro mentre da noi è strage continua, era stata contrassegnata anche da riflessioni sull’esercizio delle dimissioni alla svedese.
In quel novembre 2007 Ulrica Schenström, la trentacinquenne segretaria di Stato nell’ufficio del primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt, si era dimessa per un bacio. Il quotidiano “Aftonbladet” aveva mostrato la Schenström (una delle artefici della vittoria elettorale alle politiche del 2006 e nel governo ricopriva il delicato incarico della Protezione civile) dopo avere bevuto ben diciannove bicchieri di vino baciava Anders Pihlblad, cronista politico dell’emittente Tv4.
Nessuno aveva ancora appurato se nella serata galeotta la Schenström fosse in servizio o no. Tuttavia, il primo ministro Reinfeldt è stato travolto dalle critiche della stampa svedese e degli oppositori socialdemocratici, che in precedenza, quando loro al governo, avevano pagato cara la loro incapacità di affrontare una crisi come quella dello tsunami in Thailandia, dove morirono ben 543 svedesi: il principale collaboratore del premier Goran Persson è stato costretto alle dimissioni per manifesta incapacità.
Non era la prima volta che il governo conservatore Reinfeldt, pur riscuotendo consensi per la sua politica economica (ha abolito la patrimoniale e privatizzato tutti gli antichi templi della socialdemocrazia), si vedeva costretto alle dimissioni di alcuni suoi membri. Nell’ottobre 2006 il ministro del Commercio con l’Estero Maria Borelius, il ministro delegato alla Cultura Cecilia Stego Chilo e il ministro dell’Immigrazione Tobias Bilstroem erano stati costretti a lasciare i loro incarichi per aver pagato in nero le bambinaie e per non aver provveduto al saldo del canone televisivo: in quell’occasione il giornalista del “Corriere della Sera» Gian Antonio Stella scrisse che dopo quelle tre dimissioni molti italiani «hanno desiderato essere svedesi”.
Questi episodi non dimostrano certamente che gli svedesi siano perfetti, tutt’altro, ma indicano quale sia il metro di giudizio, quali le norme di comportamento nei paesi del Nord Europa. Da noi, cosa si fa in materia di trasgressioni? Di regola si chiudono gli occhi. Ma adesso la svolta, nelle parole della Moratti su Pennisi. “Fusse che fusse la vorta bbona”…
Salvatore Giannella, giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vive e lavora a Milano dal 1975. Studi classici, laurea in lettere moderne. È sposato, ha due figli e due nipoti. Diventa pubblicista collaborando con il settimanale «Oggi». Dopo aver partecipato a Genova all’esperimento di un giornale in cooperativa, «Il lunedì», nel 1975 è chiamato all’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo, dopo la pausa di un anno (1984) nella direzione di "Genius", il mensile scientifico dell'Espresso. Nel 1986 viene scelto da Giorgio Mondadori per dirigere «Airone», il primo e più diffuso mensile di natura e civiltà. Lascia «Airone» nel 1994 e crea l’Editoriale Delfi, struttura specializzata in
progetti ed eventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Nel 1999 scrive il libro "L’Arca dell’Arte", in collaborazione con lo storico pesarese Pier Damiano Mandelli, per raccontare la storia del soprintendente delle Marche che, nel corso della seconda guerra mondiale, diede rifugio e salvezza nel Montefeltro a migliaia di opere
d’arte. Allo stesso argomento dedica la sceneggiatura del film-documentario per Rai Educational "La lista di Pasquale Rotondi" che vince il premio della Presidenza della Repubblica all’Art Doc Film Festival di Roma 2005, come «miglior film dedicato all’arte italiana». Per la stessa Rai Educational scrive la sceneggiatura del film "Odissea negli abissi" dedicato a Vassilj Arkhipov, il capitano della marina sovietica che durante la crisi dei missili a Cuba con il suo NO al lancio di un missile atomico dal sottomarino assediato evitò lo scoppio della terza guerra mondiale. Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) per i temi della cultura e delle scienze. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco (1978) e, dieci anni dopo, il premio dei Club Unesco. Nel 2007 ha ricevuto a Rimini la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, «per aver alimentato la mente degli italiani chiarendo preoccupazioni, scovando personaggi e scavando nella storia e nelle storie, creando sostegni con racconti carichi di realtà e di favola». Paulo Coelho lo ha salutato come «cronista della luce». Ama Italo Calvino dal quale ha raccolto l’invito a illuminare «personaggi e mondi che tenebre non sono e a dar loro forza». Nel 2008 esce da Chiarelettere (www.chiarelettere.it) "Voglia di cambiare", il diario di viaggio nell'Europa eccellente che ha risolto problemi che i nostri politici non risolvono da decenni. Nel 2009 ha pubblicato, per Allemandi editore, “I Nicola”,
storie straordinarie di restauri d’arte nella storia di una famiglia che,
oltre a dare lavoro a metà del paese in cui opera (Aramengo, tra Torino e Asti) ha il merito di aver cancellato la triste fama di quel borgo dove i severi giudici sabaudi spedivano al confino i falliti (da qui la dizione popolare “andare a ramengo”, cioè fallire, andare in malora). Oggi ad Aramengo vanno i capolavori dell’arte, da Giotto a Picasso, per ritrovare colori e salute. Nella primavera 2010 sono usciti due libri da lui curati: "La valle del Kamasutra", di Tonino Guerra, Bompiani, un volume antologico per festeggiare i 90 anni di quel grande poeta e sceneggiatore; e "Consigli per un Paese normale", di Enzo Biagi, Rizzoli, raccolta dei dialoghi tenuti da Giannella con quel maestro di giornalismo.