La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Torna (anche in Italia) la Germania anni ’30

03-01-2010

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Si esce sconvolti dal film “Welcome”: la polizia francese perseguita un clandestino iracheno che vuole raggiungere la sua ragazza in Inghilterra. Non un racconto: cronaca della realtà insopportabile che intellettuali, giornalisti e “persone perbene” favoriscono, tacendo.

Sentiamoci tutti in debito di vedere questo film, Welcome, di Philippe Lioret, francese. Ci mostra quello che sappiamo, ma cerchiamo di ignorare, più altri particolari polizieschi, della guerra francese ai migranti. Con le leggi si cacciano gli umani discriminati, con l’aiuto di cani cacciatori di umani.

Ma la guerra è quasi uguale da noi. Si esce dalla sala vergognosi e colpevoli, per il crimine di lesa umanità perpetrato dai governi, dai legislatori, dalle polizie e da noi cittadini sovrani, anche se aborriamo l’infima Lega razzista. All’uscita, ci guardiamo in faccia, un anziano signore e la moglie, indignati e colpiti come noi, e ci diciamo: “Come nella Germania anni ’30!”. Stringo le loro mani senza poter parlare per il nodo alla gola. Leggete trama e recensioni, ma guardate il film, per rispetto al dolore che noi causiamo due volte: nei paesi prima dissanguati dal capitalismo e ora pugnalati dalla guerra.

Siamo in Francia, 2008, a Calais, e, secondo le leggi applicate ad arbitrio della polizia, è reato aiutare un clandestino che cerca di passare in Inghilterra, anche solo ospitarlo una notte. Sul filo di un amore tra due giovani iracheni – Bilal che vuole raggiungere Mina in Inghilterra – c’è una storia orrenda e tragica. È storia nostra, di questi giorni. Anche a Torino c’è un campo di detenzione di innocenti, colpevoli di essere stranieri in fuga da condizioni che noi non sapremmo tollerare. Perciò li rinchiudiamo in corso Brunelleschi e li rispediamo nell’inferno da cui fuggono. Noi cittadini siamo colpevoli di non ribellarci. Io sono colpevole. Ho fatto solo qualche manifestazione. Ho scritto più duro che potevo. Non di più.

Gridiamo che legislatori e governanti sono colpevoli di lesa umanità, legge superiore alle loro leggi disumane. Poliziotti, informatori, insegnanti, intellettuali, sono colpevoli di collaborare, o tollerare, o tacere. Sono colpevoli i predicatori del vangelo che non dichiarano flagellatori di Cristo tutti i colpevoli di razzismo, noi compresi. Nell’elenco di tutto ciò che offende Dio, i preti non dicono che solo offendere e scacciare il povero schiaffeggia Dio. Filtrano il moscerino e ingoiano il cammello.

L’Italia manda, tutti i partiti d’accordo, migliaia di costosissimi militari in guerre chiamate pace, in onore al falso, che è la lingua del dominio e del prestigio armato. E neghiamo il necessario per l’accoglienza umana delle vittime. Per un profugo che cede alla disperazione, li criminalizziamo tutti. L’Italia razzista si danna il cuore, e le chiese non lo gridano in piazza, come Giona a Ninive (che oggi è bombardata).

Ci sono associazioni di legali per questa causa. Ci sono associazioni di volontari impegnatissimi. Chiedo a chi vuole di unirci tutti, con l’assistenza professionale dei primi, per denunciare personalmente alle istanze mondiali ed europee dei diritti umani gli autori personali del grande crimine di lesa umanità. I partiti si scambiano accuse personali, e nessuno pone la condizione assoluta: essere umani.

Noi siamo obbligati a violare queste leggi. La prigione mi fa paura (forse la eviterei coi miei 74 anni), soldi per pagare risarcimenti non ne ho l’ombra. Ma dobbiamo violarle insieme, in tanti. Mostrare sulle nostre persone di cittadini l’offesa fatta agli extra-cittadini. C’è una sola umanità e una sola cittadinanza mondiale. Certo, gli afflussi non possono essere caotici, per il bene degli stessi profughi. Il modo si trova se c’è l’animo. E l’animo finora è nemico del profugo.

Oggi noi siamo come i tedeschi e i polacchi che vedevano passare i treni piombati o i prigionieri al lavoro schiavile, e non gridavano. Anche a loro era facile vedere che non c’era nulla da fare. I ragazzi della “Rosa Bianca” non tollerarono. A noi è facile anche accusare Pio XII di silenzio, ma oggi il diritto umano, che è unico, accusa noi, colpevoli dello stesso silenzio.

Io cerco con lo scritto, e chiedo aiuto a chi sa meglio come agire in tutta chiarezza, di trovare insieme la più frontale sfida personale e collettiva alle leggi razziste e alla mentalità feroce che le sostiene e la applica. Tocca anzitutto ai vecchi come me, che hanno meno da perdere, spendere fino in fondo i dolorosi apprendimenti della vita, per risvegliare nelle coscienze qualche seme di giustizia.

Chi mi risponde?

Enrico Peyretti, intellettuale impegnato nel movimento per la nonviolenza e la Pace. Ricercatore nel Centro Studi “Domenico Sereno Regis” di Torino, sede dell’Italian Peace Research Institute. È membro del Centro Interatenei Studi per la Pace. Fra i suoi libri: “Per perdere la guerra” (Beppe Grande, Torino); “Dov’è la vittoria?” (Il Segno, Gabrielli); “Il diritto di non uccidere, schegge di speranza” (Il Margine, Trento)
 

Commenti

  1. Gino De Pol

    Egregio sign Peyretti,premetto da subito che il film non l’ho potuto vedere ma sarà mia premura farlo il prima possibile,da come ne parla lei nel suo commento e dalla trama dello stesso mi sorge una domanda,che vi parrà ancce stupida,ma da quando dal dopoguerra(non che prima non lo fossimo)siamo diventati razzisti?Premetto ho un genitore che è la più pura rappresentazione del Fasciscmo quello vero ,che continua a sparare su quei poveri digraziati che magari solo per un soffio hanno scampato una guerra che li avrebbe devastati,cosa devo poter fare per poter riuscire a fargli cambiare idea….ho letto il suo articolo e devo fargli gli auguri saluti

  2. Ho letto la sua lettera, ho cercato il film, ho visto il trailer e ho prenotato per andare a vederlo con le mie sorelle.
    Ho i brividi sulla schiena e già sto male al solo pensiero di ciò che vedrò. E la domanda è sempre la stessa, cosa posso fare io per cambiare questa situazione? Le risposte sono sempre le stesse.. e sempre sconfortanti. La cosa più importante che ho fatto fin’ora è educare i miei figli all’uguaglianza e al rispetto di tutti senza se e senza ma.
    Continuerò a fare le piccole cose che ho sempre fatto tutti i giorni…ma quello che aspetto con ansia è un unica grande riforma… il cervello degli esseri umani del “civilizzato occidente”!

  3. Mario

    Quante volte l’ho anche io ripetuto…L’Italia è ritornata indietro di 70’anni e più. Con tanti seguaci stupidi e ignoranti, che hanno sia la Lega sia il PdL, vi è da aver paura, ma tanta paura…Nella Lega il Borghezio si è fatto riconascre come vero nazifascista, basta visionare i Video di quando si recò in Francia…Da parte del PdL basta considerare la pulizia fatta nei confronti degli ex fascisti ma chiamarli EX è eccessivo, fascisti erano e fascisti son rimasti. Una stirpe maledetta che, nella Seconda Guerra Mondiale causò milioni di morti. Forse, è proprio quello che desiderano Lega e PdL….
    Masaghepensu (Ma se ci penso)

  4. Filippo Angileri

    CARO PEYRETTI
    ci sono anch’io!! La soluzione c’è, bisogna avere l’umiltà di prenderla in considerazione.Studiamo insieme le proposte che porta al mondo il Santissimo Baha’u’llàh.
    Fraternamente
    Filippo

  5. mario

    Non ho nessun bisogno di andare al cinema per sapere certe cose. Ma il disgusto, il rigetto autentico, io lo provo fuori dalla porta di casa mia. Ma la vedete di che razza di gente ci stiamo circondando? Tutti fanatici esecutori del proprio dovere, perché, siccome c’è una crisi, se non lavori durissimamente per tenerti il tuo stramaledetto tenore di vita, non meriti rispetto!
    Citerò la summa di un tal collega di servizio che vedendo un cuoco fuori dalla cucina con una ramazza a spazzare sotto il porticato, mi chiese: Ma può un cuoco pulire con la ramazza?
    La gente si sta irregimentando; hanno talmente la testa vuota e la paura di non so cosa nel cuore, che solo il soldato da sicurezza. Infatti a MIlano, ha fatto due fiocchi e hanno mandato l’esercito a spalare.
    C’è una fortissima deformazione della realtà nella testa degli italiani, ma tutto riporta a qualcosa di già visto, come in un ciclo. Anni ’30? Certo… mi rincurorano due cose:
    1 che non c’è niente da fare contro lo spirito dei tempi
    2 tra 40 anni saranno di nuovo anni ’70.
    W la Rivoluzione!!

  6. – Cari lettori, forse qualcuno che lègge oggi queste Pagine non può essersi reso conto fino in fondo di ciò che è accaduto nel periodo delle deportazioni nazi-fasciste e nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Forse, dicevo. Ma nemmeno io mi ero reso conto di quanto, e fino a che punto sono potute arrivare quelle angherie, le torture, gli strazi, le uccisioni singole e di massa.
    Come a suo tempo ho voluto rendermi conto personalmente di come certe cose siano avvenute, mi sono permesso di riversare qui, per chi sente il medesimo desiderio di conoscere. Prosegua pure insieme a me per cogliere, nella sua crudezza, il sofferto risultato di quelle inusitate interviste, accuratamente trascritte e scrupolosamente riportate nelle pagine inserite nei miei libri.
    Vi informo perciò che è possibile ottenere, gratis e legalmente, i capitoli riflettenti le mie interviste esclusive e raccolte in tempi diversi. Il file denominato tuttilibri può essere scaricato dalla Pagina Web (URL), cliccando su uno dei seguenti link: http://www.tommasomazzoni.it oppure, indifferentemente, http://www.tommasomazzoni.eu
    I titoli dei capitoli e i loro numeri per meglio raggiungerli con il Trova, sono i seguenti:
    ARBEIT MACHT FREI 5022
    IN AMARITUDINE 9087
    IN AMARITUDINE – CAPITOLO 2° 9087bis
    Se davvero qualcuno intende toccare con mano di cosa si sia trattato, nella sua cruda realtà, non indugi!
    Le tre persone fortunosamente scampate da quell\’inferno hanno riferito versioni ovviamente un po\’ diverse, l’una dall’altra, ed è per la ragione che si trovavano in differenti posizioni di ciascuno rispetto agli altri. Emergono tuttavia costantemente le bestialità, anzi, la malvagità degli uomini contro loro simili, aguzzini che si sono accaniti contro i deportati!
    Come racconta analiticamente uno di essi, perfino il divertimento sadico di certi ufficialotti tedeschi, per evidenziare maggiormente il contrasto fra loro e i prigionieri. Quei gradassi, in raffronto ai corpi scarni, spesso ammalati a causa di quella vita infernale, tormentati e sofferenti e anche forzatamente lasciàti, a inverno inoltrato e rigido, a congelare sulla neve.
    Ciò, in contrasto con il tepore ad uso esclusivo dei nazisti e i loro lacchè, divertìti e compiaciuti, dentro le loro baracche riscaldate, e in compagnia di certe donnette vendutesi al vincitore. I tedeschi si facevano notare – le meretrici al loro fianco – ai quei poveri cristi, fuori, sulla neve. La temperatura di non so precisarvi quanti gradi sotto lo zero li aveva ancor più resi malconci. E quello era, incredibilmente, un loro divertimento…
    Cari amici lettori, avete inteso lèggere le mie righe fino a qui, e vi ringrazio, sebbene, queste mie, rispecchino solo in parte, necessariamente, le testimonianze riportate sulle pagine messe insieme in virtù dei loro racconti alquanto dettagliati e di una certa completezza.
    Tutto quanto hanno descritto i tre intervistati, è incluso sotto la voce, quasi asettica, di \"deportazioni\"!
    Come vi rendete conto dalle mie parole, non si è trattato di soppressioni per colpi d’arma da fuoco, tuttavia sempre azioni malvagie o uccisioni per mezzo dei famigerati forni crematòri appositamente costruiti: vanno sommate anche le malvagità, le crudeltà, il sadismo…
    Vi prego, se c’è qualcuno che intendesse rendersi ulteriormente conto di quanto è realmente accaduto, li legga, questi capitoli, e poi passi questa paginetta a qualche amico o conoscente.
    È successo, ricordiamolo bene, potrebbe nuovamente succedere! Occorre mantenere il ricordo e tramandarlo. È forse l’unica maniera per scongiurare, per l’avvenire, simili pericoli.
    Ringrazio per la generosa, e da me gradita ospitalità e porgo il mio saluto amichevole e cordiale, a tutti. Tommaso Mazzoni.

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