Care potenze bianche e democratiche, lasciate che noi negri ci ammazziamo da soli
14-04-2011
di
Cleophas Adrien Dioma
Sono strane queste guerre. Guerre che servono a portare la pace nei paesi in via di sviluppo. Guerre per aiutare i poveri negri, i poveri arabi, ad arrivare ad una situazione di benessere sociale e democratico come quella che troviamo nelle realtà occidentali. La democrazia alla Berlusconi. Del Bunga Bunga, dei processi a valanga. La democrazia della corruzione. Del “viaggio” democratico, dove un parlamentare può passare da un partito ad un altro. Dal Fli al Pdl, dal Pdl al Fli. Dove tanti parlamentari sono stati processati e qualche volta condannati.
La democrazia di Sarkozy. Che vuole mettere il figlio al potere. Che gira con le mega-star sugli yacht dei più ricchi di Francia. Quella democrazia di Bush che porta la guerra ovunque c’è vita umana per un discorso di supremazia dell’essere americano. La democrazia della Shell che sfrutta il petrolio in Nigeria quando la maggioranza della popolazione vive in situazioni di povertà estrema. Sì, queste guerre vogliono portarci verso quelle realtà bellissime che vediamo tutti giorni alla tv. Dove i diritti degli immigrati vengono calpestati. Quella democrazia che porta i militari alla frontiera tra la Francia e l’Italia per impedire ai tunisini di venire a godere anche loro un po’ di benessere democratico. Oui, la democrazia.
Adesso abbiamo la guerra della democrazia in Libia. Con la Francia e tutte le potenze europee e occidentali. Senza quasi gli africani e gli arabi. L’Unione Africana non è stata consultata e l’Unione Araba ha detto un sì, ma… In Costa d’Avorio c’è un’altra guerra della democrazia dove gli africani lasciano che i francesi decidano per la loro vita.
A me non piace per niente Gheddafi, ma non so se sia giusto portare avanti questo tipo di guerra. In Costa d’Avorio ho l’impressione che nessuno dei protagonisti ami veramente il Paese. Ma andare a bombardare le forze di una sola parte diventa per me molto difficile da sostenere. Poi credo che se c’è bisogno di fare una guerra bisogna farla bene. In Libia senza le forze dell’Otan e della Francia, i ribelli non potranno mai vincere. In Costa d’Avorio le forze militari di Ouattara non hanno la capacità di governare da soli una vera democrazia.
Ma guarda caso, le forze “imparziali” non possono fare la guerra. Bombardano un po’ e poi lasciano gli altri ammazzarsi tra di loro. E i negri si ammazzano tra di loro. Io mi chiedo “qu’est ce qu’ils vont foutre dans cetre galere”. Non era meglio lasciare che questi qua facessero la guerra tra di loro e che accettassero che il vincitore governi il Paese, anche se è un dittatore? O fare veramente una guerra seria e meno ipocrita e mettere al potere il personaggio “democratico” che piace al mondo occidentale? Una volta per tutte devono dirci cosa vogliono fare con le loro guerre democratiche. Noi lo vogliamo sapere. Perché ci riguarda.
Cleophas Adrien Dioma è nato a Ouagadougou (Burkina Faso) nel 1972. Vive a Parma. Poeta, fotografo, video documentarista è direttore artistico del Festival Ottobre Africano (www.ottobreafricano.org - cleobibisab@yahoo.com - info@ottobreafricano.org). Collabora con “Internazionale” e “Solidarietà Internazionale”.