Bellissima foto black and white. Ma il nostro colore non è un marchio commerciale. Come quando si usa l'immagine dei bambini nella raccolta soldi per i progetti della cooperazione. Non siamo in vendita. Cominciamo a lavorare sui contenuti, non solo sulle immagini
Manifesto CGIL: faccia bianca, faccia nera. Ma perché i bianchi CGIL non erano in piazza quando noi abbiamo scioperato?
11-03-2010
di
Cleophas Adrien Dioma
Cgil, sciopero del 12 marzo. Uno sciopero contro i licenziamenti. Bel progetto. Hanno ideato un bel manifesto con la foto di un nero e di un bianco. Bellissima la foto. Black and white people. Tutti insieme. Tous pour un, un pour tous. Uno sciopero multicolore. Multietnico. Tra autoctoni e stranieri. Ma quando mai. Un sciopero subito dopo quello degli immigrati. Eh si, dopo. Due settimane dopo. Parlavo con Karim, mio amico di Torino dello sciopero degli immigrati. Di come era andata. A Parma e a Torino. A Parma piccola manifestazione in Piazza. Con poca gente. Qualche straniero. Molte bandiere. Frederic, un amico del Camerun mi ha detto che c’erano più bandiere che persone. Forse una battuta, ma spiega lo stato d’animo. Qualche bandiera della Cgil. Perché? Non lo so. Non so perché non si possa venire in piazza come persone, soltanto, come persone senza bandiere e senza per forza fare notare la propria appartenenza politica? A Torino non hanno voluto i sindacati. In piazza c’erano più stranieri che italiani. Il comitato degli immigrati che esiste da un pò di tempo aveva organizzato lo sciopero ed era riuscito a coinvolgere il massimo di extracomunitari. A Torino non si fidano più degli sindacalisti. Anche se il rappresentante dell’ufficio immigrazione della Cgil è senegalese. Mettere la faccia del nero o dello straniero per fare colore e fare credere una certa apertura non funziona più. Non siamo più così tanto stupidi. La domanda è: “Dove eravate quando si parlava della situazione degli immigrati? Quando si parla delle leggi per gestire la presenza e il lavoro delle persone straniere? Quando si è parlato della lotta per I diritti degli extracomunitari? Come mai non abbiamo sentito con forza l’appoggio del sindacato all’iniziativa ‘una giornata senza gli immigrati’. Quali sono le proposte del sindacato per lottare per i diritti di una parte importante dei suoi iscritti?”. Molti citerano le numerose azioni verso i lavoratori immigrati. I convegni. La presenza delle persone straniere in certe direttive del sindacato. Che bello. E poi cosa hanno fatto? Fin dove sono arrivati? Come nero e come immigrato volevo fosse tolta la foto del nero dal manifesto. Può essere una richiesta strana, ma la faccio comunque. So che non posso rappresentare tutti i neri. So che non posso parlare in nome dei neri. Ma sono nero e sono stanco di vedere questi manifesti ipocriti che raccontano delle cose che non esistono. So anche che adesso ci sono tanti neri che non sono d’accordo che venga usato il colore nero per marcare la diversità. Siamo stanchi di questi giochi. Questo colore non è un marchio commerciale. Non è vendibile. Come rifiutiamo l’utilizzo del facce dei poveri bambini neri per le campagne raccolta fondi per i progetti di cooperazione, rifiutiamo anche questo. Lavoriamo sui contenuti, non sulle immagini (anche se hanno la loro importanza). È molto bello il black and white, ma forse ci voleva una presenza più forte e più determinante del sindacato nella giornata senza immigrati. Potevano fare di più. Hanno i mezzi, le strutture. La rete. Ma niente. Allora basta.
Cleophas Adrien Dioma è nato a Ouagadougou (Burkina Faso) nel 1972. Vive a Parma. Poeta, fotografo, video documentarista è direttore artistico del Festival Ottobre Africano (www.ottobreafricano.org - cleobibisab@yahoo.com - info@ottobreafricano.org). Collabora con “Internazionale” e “Solidarietà Internazionale”.